Per il
Wwf l'incolumità delle persone è messa a serio rischio dal fatto che “oltre un terzo dei cacciatori italiani (ovvero, viene specificato 300 mila ndr) non ha mai sostenuto l'esame di abilitazione all'uso delle armi”. L'associazione si riferisce all'entrata in vigore della legge quadro 799 del 1967, che ha introdotto l'attuale sistema di abilitazione all'esercizio della caccia. Quindi per Raniero Maggini, Vice Presidente dell'associazione, tutti i cacciatori over 60 non hanno sostenuto l'esame (falso, ci sono molti cacciatori di quell'età abilitati dopo il '67, ndr).
"Dispiace che si ci sia un uso strumentale delle vittime della caccia" ed "è falso dire che non c'è abilitazione all'uso delle armi" da parte dei cacciatori, ha ribattuto Osvaldo Veneziano, presidente dell'Arcicaccia. “Prima di quella legge - spiega Veneziano - tutti gli italiani che effettuavano il servizio militare facevano addestramento all'uso delle armi”. "Per la licenza di caccia – continua Veneziano - bastava presentare il congedo militare", che attestava la capacità dell'uso delle armi. "Per chi invece non prestava servizio militare - continua il presidente dell'Arcicaccia - occorreva l'iscrizione al tirassegno nazionale".
Piuttosto, conclude Veneziano, si dovrebbero "cercare altre misure di sicurezza, come ad esempio un abbigliamento al alta visibilità". Si potrebbe, cioè, "indossare gilet fluorescenti come quelli che bisogna obbligatoriamente tenere in auto".
(Dire)