Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato ieri, martedì 28 settembre, la nuova disciplina che autorizza la cattura degli uccelli da richiamo. Il provvedimento ha riscosso il voto favorevole dell’aula, pur in presenza di posizioni contrastanti all’interno dei singoli gruppi. Con 23 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astenuto, la legge consente alle Province di Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia e Siena di attivare i propri impianti.
Ad illustrare il provvedimento è stato il presidente della commissione Agricoltura Loris Rossetti che ha ripercorso le linee guida di un provvedimento volto a “contrastare il commercio illegale di uccelli da richiamo. “Nelle corde della normativa – si legge in un comunicato - l’intenzione della Regione a raggiungere una piena autonomia nel settore aumentando gradualmente la consistenza degli allevamenti”. Gli impianti di cattura sono infatti in costante diminuzione così come il numero degli uccelli catturabili, inferiore alle esigenze dei 32.500 cacciatori che praticano la caccia alla migratoria. . Nel 1998 si avevano 34 impianti per un totale di 15.595 uccelli catturabili. Ad oggi le strutture di cattura sono scese a 15 e consentono la cattura di 5.090 esemplari in totale, di cui 400 cesene, 880 merli, 1.950 tordi bottaccio, 1.860 tordi sassello.
Le province di Livorno, Massa Carrara, Grosseto e Prato non hanno avuto richieste e non attiveranno nessun impianto. L’attività di cattura – precisa la Regione - sarà possibile fino al 31 dicembre 2010 ed ogni esemplare catturato sarà venduto a 20 euro. Fin dal 2005 la Regione Toscana ha creato un archivio informatico presso le amministrazioni provinciali, nel quale sono censiti tutti gli uccelli da richiamo in possesso dei cacciatori, costantemente aggiornato su acquisti, cessioni, decessi.
(Parlamento della Toscana)