Il sito Generazione Italia, fucina di idee e degli humor in casa Fini, di fatto uno degli organi mediatici del neo partito Futuro e Libertà per l'Italia, dopo lo sfogo del finiano Ignazio Artizzu, consigliere regionale in Sardegna e cacciatore più che convinto, torna a parlare di caccia. Artizzu, irritato per le continue invasioni di campo della Brambilla, pochi giorni fa faceva notare che il programma del Pdl, scelto dagli italiani, prevede l'aggiornamento della legge quadro sulla caccia. “La furia anticaccia della Brambilla non si concilia, dunque – scriveva Artizzu - con la linea politica del Partito che rappresenta, rispettoso dei cacciatori e certo non incline a posizioni di ambientalismo estremista presenti, ma per fortuna isolate, in altri schieramenti”. Ma Artizzu probabilmente ha trovato un ostacolo anche nel nuovo partito, visto che al no alla caccia, quando esisteva solo in forma embrionale, aveva dedicato tutta un'edizione di Charta minuta – periodico diretto da Adolfo Urso.
L'articolo, firmato da Umberto Silvestri, non lascia dubbi: la Brambilla, “rea soltanto di aver voluto esternare il suo amore per gli animali” ha criticato una “passione sportiva”, che – si legge nel testo “ci costa e costa al nostro territorio un inquinamento da piombo micidiale, l’abbattimento di parecchi milioni (qualcuno li stima in 100) di animali l’anno, l’uccisione di circa 2000 cani e di 50 persone, oltre al ferimento di altre 60”. Insomma “dati terribili che fanno tremare i polsi e le coscienze se li uniamo a quelli degli altri paesi europei e li confrontiamo con il resto del mondo (gli USA con 300 milioni di abitanti uccidono con la caccia meno animali della sola Italia)”.
Dati terribili, si, se fossero veri. Ad Urso e ai suoi bisognerebbe far notare che il piombo che finisce negli ambienti di caccia (in particolare nelle Zps, dove oramai è stato proibito o lo sarà a breve) e nei campi di tiro (che possono aprire solo se prima procedono alla raccolta dei pallini) non è niente se paragonato a quello che esce dagli scarichi di fabbriche ed auto (la benzina senza piombo in realtà ne contiene, eccome) e che tramite fiumi e piogge finisce ovunque, anche nei nostri orti.
Che dire poi degli esorbitanti numeri azzardati sulle vittime della caccia. 50 morti all'anno fino ad ora non l'avevano mai scritto nemmeno le associazioni più agguerrite! Per la cronaca, nella scorsa stagione sono state 24 (meno della metà). Che il numero dei prelievi in Italia possa addirittura superare quello dei più di 20 milioni di cacciatori americani (che di certo non cacciano solo piccoli uccelli), non è molto credibile (con solo 10 prede a testa già si raddoppia la cifra stimata per l'Italia). In Francia, Spagna, Grecia e in alcuni paesi dell'Europa dell'est, dove come da noi si pratica la caccia alla piccola migratoria, sicuramente i numeri sono come, se non più alti, di quelli italiani. Possiamo poi disquisire sul fatto che le quantità concesse siano quelle “sostenibili” da un punto di vista della consistenza delle popolazioni o soffermarci sul fatto che il prelievo di un alce abbia un peso biologico diverso da quello di un tordo, ma queste sottigliezze a chi fa di tutta l'erba un fascio, non interesserebbero.
Se Futuro e Libertà vuole darci a bere di “credere alla buona fede della bella ministra e anche alle sensibilità animaliste e ambientaliste riscontrate in altre parlamentari di centrodestra” che hanno il merito, viene spiegato, di “ragionare più con la propria testa che non con quella del proprio capo partito (ndr, Berlusconi, capace di manifestare il proprio sostegno ai cacciatori, ma di lasciare tutto com'è)”, certo dovrà utilizzare argomenti più consistenti.
La demagogia finora la fa da padrone, come si legge nella conclusione del pezzo che bacchetta Artizzu: “speriamo che Fli, al di la delle evidenti differenze che ci dividono dal Pdl e dal Ministro Brambilla – si legge - abbia tra i suoi obbiettivi anche quello di riaprire una discussione pacata e seria sulla necessità di continuare a praticare o meno quest’attività, che non ci vergogniamo a definire crudele e del tutto inutile, almeno socialmente”.