La Provincia di Massa ha deciso di anticipare la caccia al cinghiale di due settimane per ridurre l'impatto sull'agricoltura ed evitare che si avvicinino troppo ai centri abitati. Per l'ingente numero di cinghiali presenti sul territorio ai cacciatori non viene dato nessun limite rispetto ai capi da abbattere. Nel 2009 i cinghiali hanno creato 60 mila euro di danni all'agricoltura locale; ne sono stati abbattuti 3250.
Anche la Provincia di Viterbo, in relazione ai danni causati dalla specie, ha autorizzato, tramite un'apposita delibera di giunta, due giornate straordinarie per il contenimento della specie in battuta, per i giorni 4 e 13 ottobre. Una decisione, è stato sottolineato, presa di concerto con i rappresentanti dei due Atc e delle associazioni venatorie sulla base del Piano di Gestione redatto dall'Università degli Studi della Tuscia.
Situazione differente ad Ascoli Piceno, dove la Provincia ha al contrario deciso di posticipare la data di apertura della stagione, prevista per sabato 2 ottobre. "Lo slittamento di una settimana risponde - informa l'Ente Provinciale- a tutta una serie di motivazioni di sicurezza e di ordine tecnico, ambientale e di opportunità contingente condivise ed evidenziate dalle associazioni venatorie e dai coordinatori dei distretti di gestione della caccia al cinghiale in forma collettiva".
Secondo gli amministratori ci sono problemi di incolumità pubblica: "occorre, infatti, preservare la sicurezza dei partecipanti alle battute e dei numerosi raccoglitori di funghi e castagne che, proprio in questa prima decade, frequentano l’area montana insieme a tanti turisti".