Riceviamo e pubblichiamo: È stata ripresa anche da Metro, quotidiano gratuito che raggiunge ogni giorno circa 2 milioni di lettori italiani, l'accusa del WWF che un terzo dei cacciatori non sarebbe abilitato all'uso dei fucili perché ha ottenuto la licenza prima del 1967, quando l'abilitazione al maneggio non era richiesta.
Questa volta però la stampa ha dato voce anche alla nostra categoria e il Presidente di Federcaccia Gian Luca Dall'Olio ha così avuto modo di rispondere fondatamente che, anche se quei numeri corrispondessero al vero, in quel periodo l'abilitazione in questione era sostituita dall'obbligo di dimostrare l'avvenuto svolgimento del servizio militare, che garantiva senza dubbio una opportuna conoscenza delle armi, mentre oggi è obbligatorio un esame, spesso ripetuto per chi si iscrive ad una squadra di caccia al cinghiale .
Sulla presunta pericolosità della caccia poi, il presidente FIdC ha ricordato che molte altre attività sono ben più pericolose della nostra, portando l'esempio di pratiche apparentemente sicure, come il ciclismo e la raccolta dei funghi, che come invece dimostrano le cronache mietono ogni anno assai più vittime.
Ufficio Stampa
Federazione Italiana della Caccia