Riceviamo e pubblichiamo:
Apprendiamo con non poco rammarico quanto sottoscritto dal Sig. Umberto Silvestri circa la sua posizione (del tutto personale) sulla pratica venatoria. Leggendo con estrema attenzione quanto da lui dichiarato ci accorgiamo che il suo pensiero molto simile a quello del Ministro Brambilla, mal si affianca alle parole e alle linee che accomunano gran parte degli iscritti a Generazione Italia.
Trasparenza, dialogo, rispetto e valorizzazioni delle tradizioni sono solo alcuni dei punti che spingono molti di noi ad intraprendere questa nuova avventura. L’ attività venatoria è parte di questo, appartiene alla nostra storia e ricopre un importantissimo ruolo nell’equilibrio creatosi da secoli tra l’ambiente e i suoi stessi fruitori.
Per non scadere in inutili discussioni vorremo sottoporre integralmente al Sig. Umberto Silvestri l’intervista rilasciata dal Nostro leader On. Gianfranco Fini al cacciatore Italiano (organo di stampa della Federazione Italiana Della Caccia) il quale “sotto le domande”” dell’ On. Ignazio Artizzu affermava:
Gianfranco Fini: “Rendere giustizia ai cacciatori e avvicinare l’Italia all’Europa”.
Gianfranco Fini, un passato da cacciatore, auspica una nuova legge che regoli la materia. Parla tranquillo, come gli accade sempre quando interviene nelle arene televisive, nell’aula di Montecitorio, nei palchi davanti a grandi folle come quella straordinaria che a Roma lo scorso 13 ottobre è scesa in piazza contro il Governo Prodi per chiedere “più sicurezza e meno tasse”. “La caccia - afferma il leader di An - ha bisogno di certezze e le deroghe introdotte con la legge n. 221/02 hanno solo avviato un percorso di avvicinamento alla normativa europea. Occorre una legislazione precisa, entro cui le Regioni possano muoversi, consapevoli che subiranno le conseguenze di eventuali errori”.
Lei parla da cacciatore?
“No, da uomo politico che sente la responsabilità di un approccio serio e rapido al problema e vuole rispondere alle esigenze del mondo della caccia e del lavoro. Il cacciatore non può essere considerato un cittadino di serie B, chiamato alle urne con richiami propagandistici e, subito dopo le elezioni, penalizzato dal ministro di turno”.
Quindi se cambiasse il Governo i cacciatori avrebbero delle speranze?
“Credo che il Governo cambierà presto, visto lo spettacolo indecoroso che Prodi e i suoi ministri stanno offrendo ogni giorno ai cittadini. Comunque, sono convinto che occorra una nuova legge che, pur tenendo nella dovuta considerazione la tutela dell’ambiente, non prevarichi le prerogative dell’uomo, anche se cacciatore”.
Durante i cinque anni del Governo Berlusconi, il centrodestra aveva promesso una riforma della caccia. Invece cos’è accaduto?
“In realtà, una riforma della legge n. 157/92, voluta da Alleanza nazionale, è arrivata fino alle soglie del Consiglio dei ministri. An, assieme ad altre forze politiche della Cdl, voleva una legge seria, condivisa da tutto il mondo venatorio e che potesse essere approvata in tempi brevi. I nostri parlamentari hanno lavorato seriamente in tal senso”.
Ma non si è raggiunto lo scopo.
“Abbiamo cercato a lungo una mediazione, ma senza esiti positivi. La caccia coinvolge numerose componenti della società civile, ha una sua storia, una sua tradizione e rappresenta uno spaccato di vita per centinaia di migliaia di persone. Purtroppo non è stato facile trovare una soluzione che accontentasse tutti. Noi ci abbiamo provato, ma l’ostruzionismo dell’opposizione, che a parole si dichiarava favorevole a una legge che regolasse la materia mentre, nei fatti, vi si opponeva, le pressioni delle associazioni animaliste e la mancanza di unanime condivisione delle associazioni venatorie non hanno permesso di raggiungere lo scopo. In compenso, oggi che siamo all’opposizione, non abbiamo consentito di approvare una legge ancor più restrittiva per i cacciatori che l’attuale maggioranza, piegata ai diktat del ministro Pecoraro Scanio, voleva imporre a colpi di decreti”.
Però ci sono le deroghe…
“Come ho già detto, le deroghe sono state un passo utile, ma non definitivo verso l’equiparazione della caccia italiana a quella europea”.
Sembra che l’ala più radicale della sinistra si voglia appropriare dell’ecologia.
“Ecologia, difesa dell’ambiente e tutela del patrimonio faunistico sono responsabilità di tutti e non di un solo partito. E i cacciatori non hanno bisogno di patenti di affidabilità in questo campo: hanno sempre dimostrato cosa vuol dire difendere, tutelare, gestire il patrimonio ambientale. Inoltre, occorre dire che l’Italia ha una stagione venatoria più corta e leggi più restrittive rispetto altri Paesi europei; ad esempio, si possono catturare meno di una cinquantina di esemplari delle quasi quattrocento specie che popolano la Penisola. A dire il vero, a coniugare per la prima volta la difesa dell’ambiente con la politica è stata la destra già negli anni Settanta”.
Se il centrodestra tornerà al Governo, An promuoverà una nuova legge da far approvare in Parlamento?
“Alleanza Nazionale è disponibile a farlo e credo che lo siano anche gli alleati del centrodestra. È necessario dare certezze al cittadino-cacciatore attraverso una legge che restituisca alla caccia la dignità di cui in questi anni è stata privata e che possa fugare i dubbi di chi vi si oppone solo per pregiudizi ideologici o per scarsa conoscenza della materia. L’obiettivo è che i cacciatori italiani vengano equiparati al più presto a quelli del resto d’Europa”.
Ignazio Artizzu
Certi che queste dichiarazioni possano fugare qualsiasi dubbio, evitiamo ulteriori commenti e precisazioni.
Generazione Italia Sardegna