La Lac non ci sta e dopo il pronunciamento del Tar delle Marche (che ha rigettato la richiesta di sospensiva del calendario venatorio) ora ricorre anche al Consiglio di Stato. Una possibilità per il momento solo annunciata ma a cui l'associazione anticaccia sta seriamente pensando, perchè del Tribunale Amministrativo Regionale non si fida.
Non convinti dalle motivazioni addotte dal Tar, (l'associazione sottolinea osservazioni simili a quelle portate dalla Lac sono state accolte dal Tar siciliano), che per la Lac non ha tenuto conto nemmeno della posizione dell'Ispra, ora si cerca il consenso del Consiglio di Stato. In particolare viene contestata la decisione di anticipare l'apertura della caccia al cinghiale al 2 ottobre, in un periodo in cui sui passi montani è aperta anche la caccia alla migratoria e in cui, a detta della Lac, circolano turisti ed escursionisti.