Con una delibera approvata martedì 12 ottobre, la Provincia di Forlì Cesena ha sancito la
destinazione venatoria dei terreni appartenenti al demanio forestale regionale. A questa concessione corrisponde l'
aumento delle aree sottoposte a particolare rilevanza conservazionistica, già individuate dall'Ente.
Insomma per nuove aree aperte alla caccia, altre verranno irrimediabilmente ad essa precluse. Ma la Provincia spiega: “questo atto, reso necessario dal rispetto della legislazione regionale, rende ora possibile a quanti praticano attività venatoria di avere certezza giuridica della possibilità di operare in aree meglio definite e offre tutela, sia alle specie faunistiche, che alle coltivazioni agricole minacciate dagli ungulati” e intende anche rassicurare i cacciatori: “questa nuova organizzazione dei territori – si legge nella nota - non muta la disponibilità di superfici, in quanto le aree che verranno chiuse saranno compensate con nuove zone di pari dimensioni”.
Ovviamente il cambiamento in corso di stagione creerà disagi ai cacciatori, specie a quelli che praticano la caccia al cinghiale. Per loro è pronta un'altra rassicurazione della Provincia: “anche nelle nuove oasi di protezione, saranno ammessi i piani di controllo del cinghiale al fine di tutelare le imprese agricole che dall’integrità delle loro coltivazioni ricavano il reddito necessario alla loro attività”.
“Il fatto di essere oggetto di critica – commenta il Presidente della Provincia, Massimo Bulbi – contemporaneamente da parte degli ambientalisti che parlano di estensione indiscriminata delle zone di caccia e da alcuni “cacciatori” (per ultimo un consigliere regionale del PdL) che, anziché tutelare gli interessi della categoria o degli agricoltori, imbastiscono, senza posa, infinite polemiche, perfino poco informati sulla materia, tanto da distorcere la verità (forse all’unico scopo di trarne vantaggio partitico?), dimostra l’equilibrio e la bontà delle nostre scelte. La Provincia, in questi anni, non ha limitato la sua azione all’invio di lettere elettorali piene di promesse irrealizzabili ma ha fondato la sua azione, come anche questa delibera dimostra, sul bilanciamento fra le esigenze di tutela faunistica/ambientale e pratica venatoria nel rispetto delle norme”.