Sul sito l'Arena.it si può trovare da qualche giorno l'ennesimo sondaggio che affronta all'acqua di rose il tema caccia. Senza voler in nessun modo interpretare le intenzioni della testata, a cui va riconosciuta una puntuale attenzione sui retroscena politici e sociali che riguardano il mondo venatorio veneto, ci corre l'obbligo di considerare che la domanda "Siete d'accordo con la caccia in deroga alle specie protette?" è senza dubbio posta con troppa leggerezza, soprattutto per un argomento così dibattuto e così controverso.
Ed infatti ad oggi l'89 per cento dei votanti (oltre 3 mila) risponde di no. Del resto il concetto, così vago, è assolutamente non condivisibile neppure dai cacciatori. Anzitutto perchè si parla di "specie protette" senza specificare che il riferimento è a precisi uccelli ritenuti dannosi all'agricoltura e considerati in buono stato di conservazione, il cui prelievo, in deroga alle direttive comunitarie, è consentito (e opportunatamente previsto) sotto il principio delle piccole quantit�al fine di tutelare le economie rurali e risolvere problemi di altra natura, certificati ovviamente e purchè non vi siano altre soluzioni.
A nostro avviso il quesito andrebbe totalmente riformulato: "siete d'accordo a tutelare gli agricoltori dai danni provocati dallo storno e altre specie attraverso l'utilizzo della caccia in deroga secondo il principio delle piccole quantità? Se la domanda fosse posta così, forse per una volta si avrebbero risultati diversi. E magari qualche lettore comincerebbe anche a pensare con la sua testa, chissà.
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