Cani e gatti convivono bene a casa sua? Come sta l'asinello Ugo? Suo figlio sarà un animalista? Chi si poteva immaginare qualche anno fa che queste potessero essere un giorno le domande più gettonate ad un Ministro della Repubblica? Del resto cos'altro si può chiedere a Michela Vittoria Brambilla, rappresentante del Governo che, forse a corto di idee e soldi (per altro come tutti gli altri ministeri) da investire in un qualsivoglia intervento di restauro del turismo attanagliato da una fastidiosa crisi economica, si reinventa paladina degli animali. Già perchè “è stato ampiamente dimostrato che gli animali hanno una coscienza” spiega la Brambilla in un'intervista rilasciata in questi giorni a Vanity Fair, a tratti imbarazzante.
L'asinello Ugo
Le lettrici, hanno così scoperto che l'asinello Ugo della ministra “è commovente”. “E' il mio amore – spiega la Brambilla -. Vive sotto le mie finestre, quando mi sente alzare al mattino, anche all'alba, comincia a ragliare, mi chiama. Purtroppo non fa “hi-ho” come nei cartoni animati: ha un raglio roco, fortissimo, e mi precipito a rispondergli, “Ciao Ugo”, se no sveglia mio figlio (che non ha scelta, sarà anche lui un animalista, spiega poco dopo). Poi - dice la Brambilla scendo, lui mi mette il muso sulla spalla e mi segue. E' un asino fortunato, e un dritto. Ha sfangato la morte due volte: la prima quando ha evitato di diventare stracotto, la seconda quando ha superato due tumori. Ha una passione sentimentale per Martina, una capra bianca da latte”.
Contro la caccia
Se lei fosse un animale quale sarebbe? La incalza la giornalista Isabella Mazzittelli. “Un po' tutti – risponde la lady rossa -. Sicuramente uno molto mansueto. Chissà, nella prossima vita magari mi reincarno in un meraviglioso uccello, di quelli che voglio proteggere dai cacciatori”. Ed ecco che l'intervista diventa il solito pretesto per fare sapere cosa ne pensa della caccia (seppur a titolo del tutto personale, visto che da certe dichiarazioni il Pdl è pronto quasi sempre a prendere le distanze). “Ma lo sa che in Liguria ora si può cacciare anche dopo il tramonto? - dice alla giornalista – Come se non bastassero gli errori e gli incidenti provocati alla luce del giorno. In Toscana è stata uccisa una cicogna nera – e ce ne sono solo 12 coppie”.
Lei odia la caccia? Le viene chiesto schiettamente. Risposta: “Se ti diverti uccidendo, sei un violento. E questo è un principio che non può essere messo in discussione. Poi, c'è il problema dell'incolumità delle persone e della tutela della proprietà privata: i cacciatori possono entrare, e sparare, anche nelle proprietà, fino a 150 metri dalle case. Sa quante email ricevo di mamme che non fanno uscire i figli neanche sul terrazzo perchè arrivano i pallini, o di gente che ha trovato il gatto ammazzato? No guardi – spiega alla giornalista -: la libertà di ciascuno finisce dove comincia quella di un altro, e questo vale anche per i cacciatori”.
Per il bene del turismo
Però ogni tentativo di far abolire la caccia in Italia è fallito, le fa notare l'intervistatrice: “Io farò tutto quello che posso fare senza lasciarmi intimorire – risponde la Brambilla sicura - . Credo che i tempi adesso siano maturi per un cambiamento culturale: c'è una nuova consapevolezza nei confronti degli animali, maggior desiderio di tutela. Un terzo delle famiglie italiane ha un animale domestico, la gente sopporta sempre meno di vederli maltrattati. Laddove ci sono interessi consolidati e lobby, ci vuole determinazione: io ce l'ho. Dalla mia ho il mio mandato: la delega per il rilancio dell'immagine Italia passa pure per iniziative come promuovere un Paese animal friendly. E' anche una questione di notevole rilevanza economica, di turismo”.
Ci sarebbe bisogno anche di un'Italia Kids Friendly , le viene fatto notare, visto che “da noi fatichi a trovare anche le cose più semplici, come fasciatoi e scaldabiberon” per i bambini. Una cosa di secondo piano per il turista, che in compenso può scorrazzare con il suo cane in moltissime spiagge, ignaro che molti altri non siano così felici di scansare i bisognini proprio come fanno tutto l'anno in città.
Che i cacciatori siano persone che non hanno rispetto per gli animali e che addirittura si divertano ad uccidere è un'enorme assurdità. Evidentemente alla Brambilla mancano i riferimenti culturali necessari per sapere che la caccia non è né divertimento né sport: il cacciatore mangia quello che preleva, come del resto si fa con tutti gli animali (compresi gamberi e crostacei) allevati per fini alimentari, che la Brambilla non disdegna di commercializzare con le sue attività imprenditoriali, traendone profitto. Forse "uccidere per divertimento" o per hobby o per passione è più grave che uccidere per interesse?