Riceviamo e pubblichiamo la seguente risposta del Presidente di Arcicaccia Osvaldo Veneziano all'articolo pubblicato sul settimanale Il Messaggero di Dacia Maraini, Se nessuno porta sulla faccia la sua miseria:
Gentile Dottoressa,
la disturbo per esprimerLe il mio, modesto e parziale, pensiero in merito all’articolo da Lei scritto per Il Messaggero, lo scorso sabato 9 ottobre.
Volevo dirLe che ho apprezzato il suo pensiero anche se questa mia considerazione, probabilmente, per lei non avrà nessun valore, essendo io il Presidente di un’Associazione di cacciatori.
Abbiamo da imparare dal mondo degli animali, ne sono convinto. Mi permetta, però, di esprimere un dubbio su un richiamo fatto in detto articolo relativo alla responsabilità dell’uomo-cacciatore.Lei scrive degli uomini: ”la tradizione, l’educazione arcaica li porta a credere che indulgere ai propri istinti peggiori non sia poi così grave.”
In tempi più recenti, ma almeno da qualche decennio, l’uomo-cacciatore è divenuto - e per grandi numeri - anticaccia. Lo dicono i sondaggi di oggi ma già il Referendum del 1990 sulla caccia esprimeva questa tendenza rilevando che i cittadini italiani erano divisi a metà sul tema; è stato un modo inequivocabile per tanti uomini di segnalare il rifiuto di quell’”arcaica cultura”.
Malgrado la presenza di una diffusa cultura anticaccia, pare a me che comportamenti brutali e insensati, mostri, violenza, non siano in diminuzione. Credo sia giusto, come Lei scrive, che si applichino sempre regole che rafforzino il principio di uguaglianza, che riducano privilegi e che delimitino istinti distruttivi. Secondo me per la caccia questa strada è stata già percorsa grazie ad una legge scritta nel 1992 - e ancora vigente - con il contributo determinante dell’allora parlamentare Laura Conti (la mamma dell’ambientalismo italiano).
Richiamare “l’arcaica cultura” dell’uomo-cacciatore tra le concause delle violenze di oggi, ricorda un po’ una posizione ideologica di un certo partito che non c’è più e che in occasione di ogni acquazzone gridava: “Piove. Governo ladro”.
Tornare indietro nei secoli rischia di offrire alibi, anche impropri, alla violenza: per esempio io non credo sia stato lo spirito di assistenza e protezione della prole che ha concorso – anche con il contributo di una signora – a scatenare il drammatico “pestaggio” del tassista di Milano dopo che l’auto di cui era alla guida aveva investito il cane, provocandone la morte e tanto, comprensibile, dolore alla signora.
La ringrazio per la cortese attenzione.
Osvaldo Veneziano
Roma, 15 ottobre 2010
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