Carlo Consiglio è il Presidente della Lac e ovviamente la caccia non la può sopportare. In un'intervista pubblicata dal sito WakeUp News spiega i motivi della sua intolleranza: la caccia, dice, è “malattia mentale”, “gioa di uccidere” e ancora “non riesco proprio a riconoscere nessun aspetto per cui la caccia possa essere considerata socialmente utile”. Oppure anche “non c’è assolutamente bisogno dell’intervento della mano umana per ristabilire l’equilibrio naturale tra le popolazioni animali”, appellandosi al principio della “capacità portante”, che è pura utopia in un territorio fortemente urbanizzato come il nostro. Ma per Consiglio non solo la caccia non è utile, è addirittura dannosa visto che “continua a creare squilibri devastanti nel normale andamento del sistema ambientale”.
La verità dei fatti è un'altra ma non ci aspettiamo che un'associazione nata con l'intento di eliminare un'intera categoria di liberi e pensanti cittadini, possa riconoscerla: sette milioni di cacciatori europei (ovvero su per giù un abitante ogni cento) contribuiscono a mantenere e salvaguardare la biodiversità rispettando le leggi. La Lac invece rappresenta le intenzioni abolizioniste europee di non più di 80 mila persone, ovvero il numero degli scritti alla EFAH (European Federation Against Hunting), associazione che riunisce le lac di 14 paesi europei. Chi avrà ragione?
Al centro della crociata anticaccia della Lac c'è il fatto che gli animali “provano sentimenti” come i nostri, perciò, non è giustificato far loro del male. Il discorso allora è un altro, la Lac è rapportabile a quelle associazioni che in virtù di questa considerazione pretendano che il genere umano smetta di fruire del mondo animale in toto. Un estremismo impraticabile ma che vedrebbe con più coerenza la Lac e i suoi corrispondenti europei occuparsi in prima linea di ciò che succede negli allevamenti, che macellano ogni giorno milioni di animali indifesi, le cui pelli finiscono anche ai piedi degli amici ambientalisti.
Ma comunque, ci chiediamo noi, ha provato l'ineffabile Carlo Consiglio - che è uno dei più accaniti collezionisti di insetti, in gran parte infilzati (si dice) da lui medesimo, a uno a uno - che valore possa avere il suo peregrino pensiero nell'universo sociale europeo? Facendo i conti, chi lo segue non corrisponde neanche a un cittadino europeo ogni 10.000. Anche nel più piccolo paesino della nostra penisola c'è almeno uno personaggio pittoresco. Tutti lo sopportano, basta che non faccia danni. Consiglio ormai è quasi mezzo secolo che è convinto di essere il salvatore del pianeta. Perchè allora non gli da retta nessuno?