Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera inviata dal Presidente di Arcicaccia Osvaldo Veneziano al Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giancarlo Galan:
On. Ministro,
apprendiamo che in data 7 ottobre 2010 la Conferenza Stato Regioni ha approvato la relazione sullo stato di applicazione della legge 157/92, “Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria”.
Rimaniamo sorpresi e amareggiati per il fatto che la decisione sia avvenuta senza che il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio abbia potuto esprimere un parere preventivo. Vale la pena ricordare che l’art. 8 della legge 157 conferisce al Comitato compiti di organo tecnico consultivo per tutto quello che concerne l’applicazione della norma.
Nelle riunioni del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio che si sono svolte, ultima quella del 2/12/2009, sia il Ministro dell’Agricoltura on. Luca Zaia e sia i delegati rappresentanti del Ministro avevano assunto precisi impegni in ordine al coinvolgimento del Comitato al fine di salvaguardarne le sue funzioni consultive. Il Comitato, attraverso i suoi componenti, avrebbe potuto così esprimere un parere prima della presentazione del testo per la delibera della Conferenza Stato Regioni, atto che precede la consegna del testo al Parlamento.
È ormai da lungo tempo che il Comitato non è convocato. Ciò non è dovuto certo da altre priorità ritenute impellenti dal Governo; al contrario è stato di recente costituito, presso il Ministero del turismo, il Comitato “Animal Friendly” che in più occasioni si è espresso in tema di accesso venatorio ai fondi agricoli e di attività venatoria. In tale Comitato non sono presenti le associazioni venatorie, l’ISPRA nonché le altre componenti previste dalla legge 157/92, che invece fanno parte del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale (C.T.F.V.N.) Siamo quindi in presenza di un’esautorazione di fatto di tale organismo previsto dalle legge richiamata e deduciamo che l’attività venatoria è diventata per il Governo solo una questione adatta ad impegnare suoi autorevoli esponenti alla preparazione di manifestazioni anticaccia, mentre è negata la possibilità di ricercare soluzioni condivise possibili solo con un democratico confronto da svolgere nelle sedi istituzionali previste dalle norme vigenti.
Nello stesso tempo sono stati poi elaborati documenti di valore internazionale da parte del Ministero dell’Ambiente e della Conferenza delle Regioni per la “Strategia nazionale per la Biodiversità”.
A nostro avviso questo documento, peraltro presentato in Conferenze internazionali, contiene una serie di valutazioni non veritiere in materia di gestione della fauna selvatica e di attività venatoria ignorando il lavoro positivo fin qui svolto, seppure con limiti, da Parlamento, Governo, Regioni, Province e Ambiti di caccia e senza il contributo delle conoscenze che potevano venire dal citato Comitato (C.T.F.V.N.).
La legge Comunitaria pubblicata il 10 luglio scorso prevede inoltre l’emanazione di un decreto del Presidente della Repubblica predisposto dal Ministero dell’Ambiente con il concerto del suo dicastero che può considerarsi utile per affrontare il problema dei danni che alcune specie di avifauna arrecano all’agricoltura in aziende impegnate anche in attività agrituristiche.
Nel formularLe i più sinceri auguri di buon lavoro, auspichiamo una sollecita convocazione del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio (C.T.F.V.N.) per discutere collegialmente di tali questioni, che non pensiamo possano relegarsi in ambiti privatistici o divenire occasioni di conflitto e di divisione del mondo agricolo, venatorio e ambientalista.
Distinti saluti.
Osvaldo Veneziano
Roma, 21 ottobre 2010