La
Regione Toscana per le associazioni venatorie regionali, Federcaccia, Italcaccia, Libera Caccia, Anuu, Arcicaccia, Enalcaccia, ritirando la proposta di legge sulla caccia in deroga, ha gettato la spugna sullo storno. "L
a marcia indietro, che vanifica il laborioso percorso di confronto e di messa a punto durato mesi, - scrivono in una nota le associazioni - assume di fatto il significato di un cambiamento nella volontà politica".
Le Associazioni Venatorie, che pure rimproverano al Governo Centrale di non aver predisposto le linee guida necessarie a consentire alle Regioni l'adozione dei provvedimenti di prelievo in deroga, ritengono tuttavia che la strada del ritiro del provvedimento già predisposto non fosse affatto obbligata. A supporto di questa tesi, avevano presentato alla Regione ed ai Gruppi Consiliari un parere legale che documentava la percorribilità tecnica e politica di un provvedimento legislativo in tal senso; altre Regioni del resto hanno adottato atti amministrativi o legislativi che autorizzano in queste settimane il prelievo in deroga dello storno e di altre specie. L'adozione - dicono - pur in ritardo, della legge di deroga avrebbe un grande valore, per gli effetti concreti e per il messaggio politico.
La nuova linea decisa in Regione (quella espressa recentemente dall'assessore alla Caccia Gianni Salvadori che ha richiamato ad una posizione della Conferenza Stato Regioni per chiedere al Governo l'emanazione delle linee guida sulle deroghe, oltre che un atto immediato per consentire il prelievo in deroga e iniziative per la reiscrizione dello storno tra le specie cacciabili, ma anche la restituzione alle Regioni del 50% dei proventi delle tasse di concessione governativa per destinarle alla gestione faunistica e venatoria), pur trovando consensi da parte dell'associazionismo venatorio, non convince. I cacciatori, dicono le associazioni, chiedono fatti come "l'adozione dei nuovi regolamenti attuativi, il decollo dell'Osservatorio faunistico e della Commissione Consultiva e certezza di risorse per la gestione.
Il capitolo risorse è per le associazioni cruciale: "servono maggiori risorse che in passato, aggiuntive rispetto a quelle che, prodotte dalle tasse regionali sulla caccia, hanno già un preciso vincolo di destinazione per il comparto faunistico venatorio".