Oltre a celebrare la morte del polpo Paul, un comunissimo polpo a cui una psicosi collettiva ha attribuito straordinari poteri nel pronosticare gli esiti delle partite di calcio, i telegiornali nazionali ieri si sono occupati a lungo anche di un'altra notizia: quella dell'abbattimento di un cervo dalle straordinarie dimensioni in Gran Bretagna. L'imperatore di Exmoor, così era stato soprannominato l'ungulato, individuato come il più grande animale allo stato brado del Regno Unito, è stato abbattuto, legalmente, probabilmente per il suo straordinario trofeo, senza dubbio un pezzo di valore per i collezionisti.
Gli animalisti, infuriati, hanno gridato allo scandalo e l'indignazione è risuonata su giornali e tv di tutta Europa. Le polemiche, da una parte comprensibili, fanno però riflettere sul valore che questa società riesce ad attribuire alla natura e alla fauna, considerata quasi sempre e solo per motivi dettati dall'emotività.
La natura dalla televisione viene sempre più vissuta come un grande circo capace di colpire solo se fuori dall'ordinario o se umanizzata. Se ad un animale comunemente cucinato con le patate (il polpo) viene dato rilievo perchè indovina i risultati delle partite, un cervo più grande del solito deve essere protetto proprio perchè da Guinnes dei primati, così come particolari cure devono essere dedicate al maiale-cinghiale Piero perchè non teme l'uomo. Parametri del genere perpetrati da giornali e tv coltivano una tale confusione capace di generare un animalismo sempre più staccato dalle vere esigenze dell'ambiente e persone sempre più malleabili.
E' così che poi da noi c'è chi, più o meno consapevolmente, utilizza queste emozioni per dirottarle in una critica avvelenata contro la caccia. Enrico Franceschini sul Blog di Repubblica scrive: “non sono un cacciatore. Posso capire l’adrenalina descritta da Hemingway in certe battute di caccia in Africa in cui qualche rischio, perlomeno, lo corre anche il cacciatore. Ma che gusto ci sia ad appostarsi su una strada con un super-fucile, aspettare che passi l’Imperatore di Exmoor, e farlo fuori, per poi impagliarlo e appenderselo in salotto, proprio non riesco a comprenderlo. Mi sembra, oltre che una crudeltà, una forma di perversione. Il sintomo di una mente malata”.