Trentacinquenne di origini napoletane, Domenico Vigliotti vive a Sant'Agata de' Goti (BN) e di professione è un alimentarista zootecnico impiegato niente di meno che al Consorzio per la tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, ma si definisce anche un tecnico faunistico. E' proprio con un approccio scientifico che mette in pratica la sua passione per la caccia e per la natura: “sono cacciatore e me ne vanto – ci scrive – ma preferisco parlare di gestione faunistico-venatoria ed ambientale”, si dice contrario ad una caccia che esula da questo principio, quella, per intendersi, solo per il carniere.
Introdotto all'arte venatoria dal padre, oggi dice di essere affascinato da tutte le forme di caccia, anche se non da tutte in egual misura. Quelle che pratica frequentemente sono la vagante, la caccia in battuta al cinghiale e quella alla piccola migratoria. “Sono affascinato dalla caccia di selezione, - aggiunge - ma qui in Campania è quasi inesistente selvaggina "apposita" per cui, sebbene di rado, a volte approfitto di amici umbri o toscani”.
Domenico, che collabora con gli organi di gestione a livello regionale e settoriale, ha una precisa idea su come migliorare le cose: “resta fondamentale - dice - lavorare "sulla base" e sulla cultura dei seguaci di Diana, urge incentivare una crescita culturale”. Molto scettico rispetto al contributo della politica, che considera troppo staccata dalle esigenze dei cacciatori e dell'ambiente e molto spesso incapace di vedere che la caccia è fondamentale per tutelare preziosi equilibri.
Forse perchè essere amici dei cacciatori non sempre conviene alle urne. Ecco perchè secondo Domenico è necessario che i promotori della caccia, ovvero le assoiazioni venatorie, lavorino con assiduità per limitare l'alterata visione che l'opinione pubblica ha della caccia e dei cacciatori.
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