"Gli italiani, il turismo, gli animali e la caccia" è l'ultima trovata del Ministro Brambilla. Si tratta di un sondaggio, commissionato all'Ipsos direttamente dal Ministero (con i soldi degli italiani) per “valutare i benefici che un'Italia maggiormente “Animal Friendly” potrebbe portare all'immagine nazionale e al conseguente appeal turistico”. La ricerca in realt�non riesce nel suo chiaro intento di far emergere una particolare avversione degli italiani alla caccia, anche se domande evidentemente pilotate come “Ritieni la caccia una inutile crudeltà che andrebbe vietata o maggiormente regolamentata?” ottengono il sì dell''ottanta per cento del campione.
Ovviamente molti, anche perchè poco o nulla sanno delle regole già imposte ai cacciatori (vedi ricerca Finzi), istintivamente ritengono che l'attività vada maggiormente regolamentata. I contrari alla caccia, a sorpresa, sono però solo il 64 per cento. Ricordiamo ai più distratti (i commentatori animalisti) che nello scorso sondaggio sul tema caccia commissionato all'Ipsos dalle associazioni ambientaliste, il 70 per cento del campione si dichiarava fortemente contrario all'attività venatoria. La riduzione dei contrari dimostra anzitutto che le politiche martellanti della ministra non hanno presa nella popolazione ma forse hanno il merito opposto di portare più persone a ragionare con la propria testa sul tema.
Non a caso il dato più evocato dalla Brambilla è quello relativo all'accesso dei cacciatori nei terreni privati (80 per cento dei contrari) insieme ad un concetto tanto vago quanto condivisibile, ovvero che l'Italia debba adeguarsi ad un più evoluto contesto europeo di tutela nei confronti degli animali (77 per cento). Che gli intervistati (E GLI INTERVISTATORI) non conoscano le recenti novità europee in campo di vivisezione contestate anche dalla Brambilla?
E' facile immaginare che qualcuno non avrà preso seriamente domande come Secondo te i cacciatori rappresentano una piccola parte della popolazione? (Inspiegabilmente il 37 per cento ha risposto no), o come Abolendo la caccia l'Italia migliorerebbe la sua immagine all'estero? (63 per cento di sì, ovvero i contrari). Peccato che all'estero la caccia è praticata ovunque e pressochè universalmente tollerata. L'ignoranza dell'intervistato e dell'intervistatore è lampante alla domanda Condividi l'idea che per il proprio divertimento si stia sterminando il patrimonio faunistico di tutti gli italiani? (Sì il 61 per cento). In questo caso si utilizza palesemente un termine di efferata violenza per deviare il contesto in una percezione prettamente negativa, senza per altro menzionare che in realtà, a detta dell'Europa stessa, il prelievo non incide mai sulla consistenza delle specie cacciabili e non.
Ma la Brambilla continua imperterrita per la sua strada. "Il risultato – ha dichiarato - conferma che certe battaglie sono condivise dalla stragrande maggioranza degli italiani, come ha avuto modo di sottolineare, nella lettera alle associazioni animaliste resa pubblica ieri, lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In particolare, difendere la natura e la biodiversità vuol dire tutelare un patrimonio dal valore inestimabile, che il mondo ci ha regalato in milioni e milioni di anni e di cui tutti noi dobbiamo essere custodi”.
Alla Brambilla per ora ha risposto il Sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia. “Ci sono persone, e in questo caso si tratta di un ministro”, ha detto Saglia, “che troppo spesso parlano a sproposito, senza forse conoscere a fondo tematiche delicate, che nella loro sostanza competono ad altri”, sottolineando anche come i cacciatori siano già sottoposti a regole restrittive.
Attendiamo una pubblica presa di posizione da parte tutti coloro, politici, dirigenti, persone che in ogni settore rivestono ruoli di responsabilità, per mettere in evidenza l'assurdo comportamento di un ministro che non sa nemmeno di cosa parla.