La Toscana ripresenti e approvi i provvedimenti per il prelievo in deroga di storno, fringuello, peppola, pispola, prispolone, frosone. Lo chiedono in una nota congiunta le associazioni venatorie toscane Federcaccia, Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia, Libera Caccia, Anuu, prendendo atto che "il TAR del Veneto dice che si può e respinge al mittente la richiesta di sospensiva del provvedimento della Regione che regolamenta la materia".
Nella convinzione che sullo storno la Regione abbia giocato al ribasso, suscitando delusione e rammarico tra i cacciatori, ma anche tra gli agricoltori per un provvedimento atteso, promesso, predisposto e poi ritirato all’ultimo momento, l’obiettiva latitanza del Governo che non ha predisposto le linee guida e lo spauracchio di sanzioni comunitarie, ragioni a cui si è appellata la Regione, non bastano alle associazioni, specie dopo l’esito della vicenda veneta, a giustificare tanta timidezza politica ed istituzionale. Non solo Veneto, le associazioni citano anche l'esempio di Marche ed Emilia Romagna che hanno autorizzato la deroga allo storno chi con atto amministrativo, chi con legge regionale.
“Le deroghe – si legge nella nota inviata dalle Associazioni Venatorie all’Assessore Gianni Salvadori, al Presidente ella Commissione Agricoltura, Loris Rossetti ed ai Presidenti dei gruppi Consiliari - si possono dunque fare, e non limitatamente ai casi previsti per la prevenzione dei danni all’agricoltura”.
Insomma la Regione Toscana deve tornare sui suoi passi: è questo il pressante appello che Federcaccia, Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia, Liberacaccia, Anuu lanciano adesso all’Assessore, al presidente della Commissione agricoltura ed alle forze politiche, con l’obiettivo "che gli atti ritirati siano riportati urgentemente in Consiglio ed approvati".