Riceviamo e pubblichiamo:
Se le reiterate dichiarazioni del ministro Brambilla non hanno mai lasciato dubbi sulla sua viscerale avversione all’attività venatoria e a chi, legittimamente e in maniera regolata e sostenibile, la pratica nel nostro Paese, ancora volevamo credere che si trattasse di una posizione personale, ancorché mal espressa soprattutto in funzione di un ruolo istituzionale che dovrebbe essere sopra le parti.
Quanto diffuso da alcune associazioni ambientaliste sembra invece confermare che nelle sue esternazioni il Ministro ha non solo pieno appoggio, ma ampia condivisione nel Presidente del Consiglio e nel Governo stesso.
Se qualcuno ne avesse bisogno, vale la pena ricordare che per ben due volte l’attuale Primo ministro aveva invece speso parole se non di apprezzamento almeno di considerazione nei confronti della caccia e dei cacciatori, sempre buoni quando si è in campagna elettorale, impegnandosi per una risposta concreta alle nostre ragionevoli richieste.
Non dimentichiamo poi che molti altri esponenti di questa maggioranza si sono spesi con contributi, dichiarazioni e atteggiamenti favorevoli alla caccia e alla modifica della normativa attuale.
Anche basandosi su quelle dichiarazioni, molti elettori cacciatori e le loro famiglie hanno riconosciuto alla attuale maggioranza politica di Governo un sostegno elettorale certamente non secondario sul
quale adesso dovranno attentamente riflettere.
Rimane il rammarico di constatare ancora una volta come una materia importante come la gestione del territorio e della fauna venga risolta con atteggiamenti di facciata, andando alla rincorsa di voti con la convinzione che basti scimmiottare atteggiamenti e proclami di forze politiche già pesantemente punite dall’elettorato come i verdi nostrani per risolvere i problemi dell’agricoltura e dell’ambiente. Non è con lo slogan “Aboliamo la caccia, salviamo il Paese” che l’Italia uscirà dalla crisi.
Ufficio stampa Federazione Italiana della Caccia