Luisa Franceschi, 30 anni di Altopiano di Pinè (Trentino), ha seguito le orme del padre (che annovera ormai una cinquantina di licenze) ed ha cominciato a cacciare sette anni fa. Da allora ha sempre esercitato la sua passione nella Riserva di Miola di Pinè, cacciando soprattutto gli ungulati.
“Sono l'unica cacciatrice donna della mia riserva in mezzo ad una sessantina di uomini” ci dice soddisfatta. Fa parte del Gruppo tutto al femminile delle cacciatrici trentine ed ha partecipato alla realizzazione delle diverse iniziative, tra cui quella particolarmente riuscita del calendario che le ritrae nei loro bellissimi ambienti di caccia. Di sé ci dice “sono una persona tranquilla, ho un lavoro che svolgo nell'ambito sanitario ormai da dieci anni, sono un operatore socio sanitario, un lavoro che mi appaga e mi gratifica”.
I cacciatori, specie in questo periodo sono quotidianamente accusati e talvolta addirittura considerati crudeli e pericolosi.
A loro risponde la naturalezza questa giovane cacciatrice: “esprimo la mia passione per la caccia – scrive - e accetto i pro e i contro di ogni persona, a prescindere dal fatto che sia favorevole o non all'attività venatoria”. Cosa che non si può certo dire dei molti, troppi che sanno criticare ma molto spesso non sanno nemmeno di cosa parlano.
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