Riceviamo e pubblichiamo:
Leggo oggi a pag. 28 del Corriere della Sera le intenzioni degli anticaccia che trovano nel Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, un'esponente di punta. Nell'articolo si parla di mettere "al confino" i cacciatori, mentre nel titolo si parla di abolire (per gradi) la caccia, sottolineando che oggi a Roma ci sarà la proposta.
Fermo restando che nel Programma di Governo, che ha ottenuto la maggioranza dei voti dagli italiani, vi è la modifica della legge 157/92 per armonizzarla al resto d'Europa, e questo va onorato, con sconcerto debbo rilevare che un Ministro, esponente del mio Partito, va esattamente nel senso opposto. Sventolando un sondaggio da essa commissionato dalla cui lettura si evince che un modo tale di formulare i quesiti ne prefiguravano un esito sul tema della caccia pressoché scontato. Oggi ne propone la graduale abolizione.
Tutto ciò in spregio e senza essersi mai consultata con me, che sono Responsabile Nazionale del Dipartimento Caccia del Pdl, ed invadendo un campo di cui non ha la delega. In realtà sul tema caccia di sondaggi recentemente se ne sono fatti 3, rispettivamente del Corriere della Sera, di Radio24 e di CNCN, che hanno dato esito contrario cioè favorevole alla pratica dell'esercizio venatorio del nostro Paese. Proprio per questo non ne sono stati pubblicati gli esiti.
Mi chiedo a chi giovi questo modo di fare se non alla lobby animal-ambientalista che non ci ha mai votato e continuerà a non farlo. Così facendo si disperde quel patrimonio di consensi, sinora riservati in gran parte al centro-destra, del mondo venatorio e del suo indotto. Quell'indotto che offre a migliaia di famiglie italiane un lavoro ed un sostentamento con la sua massima espressione d'eccellenza nella manifattura delle armi lisce da caccia e da tiro.
Ci troviamo di fronte ad un atto di incoscienza politica che in un sol colpo può far perdere quegli oltre 3 milioni di voti che ruotano intorno alla caccia, al suo indotto ed alla ruralità. Vorrà dire che la Signora Brambilla si farà carico, in qualità di imprenditrice anche nel settore ittico, di migliaia di posti di lavoro che sarebbero destinati gradualmente a scomparire. Di fronte a questo scenario, come cittadino cacciatore, e come parlamentare a cui sta a cuore il proprio Partito, non posso che non condividere, senza attenuanti, queste forme esasperate che rifiutano il dialogo ed il confronto, causando danni irreparabili con un vero e proprio olocausto nei consensi. Di questo e di altri comportamenti ne chiederò un chiarimento al Premier per trarne le conclusioni del caso.
Sen. Valerio Carrara