Riceviamo e pubblichiamo:
Ci si può iscrivere on line con dati di pura fantasia, nomi bizzarri, mail inesistenti e quante volte si vuole, e il contatore delle sottoscrizioni sale ogni volta: il video sulle iscrizioni “facili” disponibile su
Discutibili anche i dati della ricerca Ipsos commissionata dal ministro. Le ricerche più ampie e fondate promosse dal mondo venatorio esprimono il consenso della maggioranza degli italiani alla caccia
Indignazione e preoccupazione anche per le dichiarazioni del Presidente del Consiglio che sostenendo le politiche anticaccia del Ministro del turismo sta venendo meno a un altro punto del suo programma di governo
Roma, 9 novembre 2010 – Face Italia, il coordinamento delle 4 maggiori associazioni venatorie italiane, e CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, esprimono tutta la propria indignazione verso la campagna anticaccia promossa dal ministro del Turismo Brambilla, che a Roma tiene oggi il secondo incontro del suo movimento “La coscienza degli Animali”. Una campagna che viene appoggiata perfino dal Premier Berlusconi, ma che si basa su dati difficilmente verificabili.
Il Ministro Brambilla infatti dichiara di aver raccolto oltre 120.000 adesioni on line al suo manifesto “La Coscienza degli animali”, un numero sicuramente importante, reso però poco credibile e significativo dal fatto che al manifesto ci si può iscrivere quante volte si vuole, con il nome che si vuole, anche lo stesso, usando nomi bizzarri. Purché si abbia l’accortezza di inserire ogni volta una mail diversa, anche inesistente, si vedrà avanzare il contatore delle sottoscrizioni in tempo reale, consentendo al Ministro di sparare, è proprio il caso di dirlo, le cifre che vuole.
E’ su questa base di presunti consensi che il ministro Brambilla sta buttando fango sul mondo venatorio, ora anche con l’appoggio del premier Berlusconi che è venuto meno anche agli impegni presi con i cacciatori nel programma di governo. Ancora una volta la caccia viene utilizzata per tentare di sviare l’attenzione dai veri problemi e dalle mancanze istituzionali in un settore importantissimo come la gestione dell’ambiente e della fauna e dei conseguenti problemi per il settore agricolo, importante volano produttivo del Paese.
Anche i dati della ricerca IPSOS sulla caccia, commissionata dal Ministero del Turismo, che parlano di un 80% degli italiani contro la caccia, non sono gli unici dati rilevati recentemente sulla caccia e non sono nemmeno i più rappresentativi. Poco meno di un mese fa, il mondo venatorio rappresentato da Face Italia e CNCN, lontano dagli estremismi e animato dal desiderio di compiere una seria riflessione di crescita al suo interno - ha commissionato la più ampia ricerca sociale quantitativa mai svolta in Italia (un campione di più di 2000 unità, il doppio del campione Ipsos) all’istituto indipendente Astra Ricerche (che ha lavorato anche per il WWF), e che ha confermato che la maggioranza degli italiani (55%) è a favore della caccia a condizione che essa sia sostenibile, regolamentata e sicura. Ma tuttavia il 45% degli italiani ha dichiarato di non conoscere le norme e i limiti che regolano in Italia la materia venatoria da oltre 20 anni. Per la massima trasparenza l’intero questionario è a disposizione di chiunque ne faccia richiesta ad Astra.
La caccia sta diventando il capro espiatorio dei problemi di consenso, sviluppo e gestione del nostro Paese, non risolti dalle Istituzioni. Ora viene addirittura chiamata in causa come deterrente per il turismo e come elemento di danno all’immagine nazionale all’estero, senza riflettere sul fatto che i turisti stranieri che visitano il nostro Paese provengono da nazioni in cui la caccia viene esercitata senza alcun problema e anzi, in alcuni casi è uno strumento per sviluppare il turismo.
CNCN Comitato Caccia e Natura e Face Italia