La nomativa applicata dalla Regione Veneto sulla caccia in deroga nel 2005 è stata giudicata
non conforme ai dettami della direttiva 79/409/CEE da parte della Corte di Giustizia Europea che ha imputato allo Stato italiano la
mancata osservazione degli obblighi imposti dalla stessa.
In particolare viene osservato che il numero dei fringuelli e delle peppole allora consentite superava quello consigliato dall'Istituto Nazionale per la Fauna selvatica che considerava un 5 per cento di mortalità naturale e comunque non viene giudicato conforme al principio di "piccole quantità".
Inoltre la Corte di Giustizia UE ha rilevato la mancanza della necessaria verifica di altre soluzioni alternative alla caccia e dell'indicazione delle opportune condizioni per l'applicazione delle stesse.
(Asca)
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