In seguito alla
sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardo la legge sulle
deroghe del Veneto del 2005 si è assistito al consueto attacco da parte del mondo animalista che come al solito ha fatto di tutta l'erba un fascio.
Gabriella Giammanco, deputata del Pdl e componente del Comitato ministeriale per un'Italia Animal Friendly ha chiesto
l'annullamento delle deroghe varate quest'anno, contro cui ha presentato anche un'interrogazione parlamentare rivolta ai ministri Prestigiacomo (Ambiente) e Fitto (Rapporti con le Regioni).
Dello stesso avviso le associazioni Lac, Wwf, Legambiente, Lipu, Enpa, Lav e Animalisti Italiani, secondo cui la direttiva europea è stata violata ripetutamente negli ultimi anni fino ad oggi, tanto che considerano, in assenza di correzioni radicali sulle deroghe, imminenti le sanzioni da parte europea (sconfessando così loro stessi quando dicono che con la sentenza della UE nei confronti della legge del 2005, lo Stato italiano è stato costretto a pagare ingenti multe) .
Hanno parlato di prossime sanzioni UE anche i senatori Della Seta (PD) e Nello Di Nardo, Capogruppo Idv in Commissione Ambiente.
Tutti questi attacchi, se si legge la sentenza, che occorre ribadirlo, si riferisce ad un'unica legge regionale di 5 anni fa, appaiono pertanto strumentali e tendenziosi, considerato soprattutto che la legge attualmente in vigore in Veneto (passata indenne anche davanti al Tar) - come a più riprese hanno già fatto presente in Veneto - risulta essere coerente rispetto ai i principi e ai dettami imposti dalla normativa europea.