Tra i
senatori del Pdl che contestano le anacronistiche intenzioni abolizioniste della Brambilla (il riconoscimento del diritto dei cacciatori di entrare nei terreni privati è diretta conseguenza della volontà di chiudere con il principio che a disporre della selvaggina siano solo i ricchi proprietari terrieri), c'è una donna, Ada Spadoni Urbani, che già aveva preso posizione sull'argomento e che ora invita a
trovare paradigmi culturali nuovi quando si parla di caccia e cacciatori, al di là degli
stereotipi a cui pare tanto affezionato il ministro Vittoria Brambilla.
Al ministro che ha asserito che "la caccia è come una enorma ferita per l'ambiente" e "una minaccia per gli ecosistemi" la Urbani risponde: "se oggi i nostri boschi sono infestati da cinghiali e vari predatori, se si è rotto un equilibrio tra le specie è anche perché l'uomo ha abbandonato la montagna e l'inquinamento è cresciuto. La Regione dell'Umbria (come altre regioni) fa convenzioni con le associazioni dei cacciatori per eliminare i cinghiali in eccedenza che arrivano a devastare le fattorie del fondovalle e perfino i piccoli borghi. Le sa il ministro queste cose?" chiede la Urbani.
"Ho sostenuto - spiega - poche settimane fa, un disegno di legge che introdurrà nel codice penale il reato di disturbo all'attività venatoria e piscatoria. Sembra, infatti, che alcuni ambientalisti si dedichino ad "attività clownistiche" per spaventare pesci, lepri ed uccelli in zone dove vengono praticate caccia e pesca, talora mettendo a rischio la vita propria e dei propri figli. La radicalizzazione dello scontro porta anche a questo.
"C'è bisogno - conclude - di realizzare una nuova legislazione in materia. Il principio fondamentale su cui porre la discussione dovrebbe essere, a mio avviso, quello del "prelievo ragionevole" di risorse naturali rinnovabili (la selvaggina, se ci fosse, lo sarebbe!). I vincoli, da soli, non servono: le future leggi dovranno favorire la pratica della caccia in quanto attività di carattere ambientale, culturale, sociale ed economica che contribuisce all'equilibrio fra la selvaggina, gli ambienti e le attività umane".