All'interno del Pdl, come puntualizza il Senatore Carrara, convivono opinioni differenti, addirittura opposte. Ecco perchè mentre la Brambilla pensa ad una strategia che nel lungo periodo porti all'abolizione totale della caccia e ad una vasta serie di interventi in altri campi sull'utilizzo degli animali, 92 senatori esprimono il loro giudizio negativo rispetto all'abrogazione dell'articolo 842 del codice civile (prima fase del percorso abolizionista, oggetto di un ddl bipartisan), stessa posizione viene assunta dal ministro Galan, (direttamente coinvolto visto che l'842 dà la possibilità ai cacciatori di entrare nei fondi agricoli e che la caccia è sua stretta competenza), che ha invitato la Brambilla a ritirare l'invasione di campo.
Lo stesso paradossale scenario di anti e pro caccia si replica in regioni, province e comuni ma soprattutto nei laboratori culturali e sociali del partito: i Circoli e i Club della Libert�che fanno capo anch'essi a due correnti opposte (almeno in fatto di caccia): la Brambilla è infatti la presidente dei Circoli e Mario Valducci (cacciatore) presidente dei Club.
Il blog dei Club della Libert�pubblica in questi giorni una serie di interventi sul tema caccia tra cui un interessante articolo a firma di Alessandra Galli che trascende dal dibattito caccia sì, caccia no e spiega semplicemente che la caccia è prevista, regolata e incoraggiata in tutta Europa grazie a due direttive (Uccelli e Habitat) che uniformano la materia in tutto il continente. La legittimità della caccia non è solo riconosciuta (se sostenibile) ma anche necessaria per “produrre benefici significativi – si legge nell'articolo della Galli – dal punto di vista sociale, culturale, economico e ambientale”. Anche la direttiva Habitat, che regola i rapporti ormai compromessi tra uomo e ambiente, stabilisce come necessaria la ricerca a favore di una corretta gestione tramite i principi stabiliti dalla direttiva Uccelli (2009/147/EU).
Se mai ci può essere una discussione sulla caccia quindi, non deve essere in termini abolizionisti ma verso una rispettosa applicazione delle leggi “che come sempre – scrive la referente dei Circoli - da sole non servono, se non accompagnate dal consueto buon senso: queste possono favorire la pratica della caccia, ma solo in quanto attività di carattere ambientale, culturale, sociale ed economica che contribuisce al riequilibrio fra l'ambienti e le attività umane”.
E' vero che il sito dà spazio ad una lunga intervista alla deputata “animal friendly” Gabriella Giammanco, che minimizza “non si è mai parlato di una sua abolizione (della caccia ndr)” ma allo stesso tempo concede una pronta replica a Mauro Proietti (dirigente del Pdl di Roma e coordinatore regionale di Confavi) il quale denuncia una crociata senza esclusione di colpi basata su scarsa conoscenza scientifica e “odio ideologico”.
L'approccio ideologico è evidente del resto nelle parole della Giammanco quando afferma che “non esiste la figura del buon cacciatore” visto che “non siamo nessuno per privare della vita un altro essere vivente” ma poi quando le viene chiesto che differenza c'è tra la carne da banco e quella ricavata da una battuta di caccia risponde: “due cose totalmente differenti, non paragonabili: la carne da banco si trova in macelleria, quindi, se si vuol mangiare carne ci si può recare direttamente dal macellaio per acquistarla, ma non si deve, come nel caso della battuta di caccia, uccidere alcun animale”. Nei macelli si sa, gli animali muoiono di vecchiaia o forse chissà, si suicidano.