Come annunciato, Agorà, trasmissione mattutina di Rai tre condotta da Vianello, si è occupata di caccia affrontando in particolar modo la proposta del ministro Brambilla di abolire il diritto di accesso nei terreni privati per i cacciatori. In studio il Senatore Franco Orsi (Pdl), il senatore Enrico Morando del Pd e per la parte anticaccia Gabriella Giammanco (firmataria del ddl che vorrebbe intervenire sull'articolo 842 del codice civile) e l'attrice Daniela Poggi, ex conduttrice di Chi l'ha visto, ma nota soprattutto per aver posato per Playboy.
E' stata proprio quest'ultima a monopolizzare la scena contrapponendo ai toni pacati dei due senatori un atteggiamento spesso aggressivo utilizzato per esporre posizioni infarcite di troppe imprecisioni e falsità (come quella che i danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni siano un'invenzione dei cacciatori). Se per la Giammanco, che in questa occasione ha ritrattato la sua contrarietà all'attività venatoria (e anche quella della Brambilla, ma è pura propaganda: forse qualcuno si è accordo che il PDL potrebbe perdere consensi?), si tratta di “introdurre regole per assicurare maggior sicurezza a caccia”, per la Poggi, che si è presa più spazio di tutti gli altri ospiti, si tratta di eliminarla del tutto.
Posizione che rispecchia quella di tanti animalisti, che non hanno nemmeno intenzione di ascoltare e capire cosa sia veramente la caccia, come dimostra la piazzata isterica della Poggi che alla fine del dibattito si è alzata cercando di sollevare il pubblico al grido di “chiudiamola la caccia!”, coprendo la voce del senatore Orsi.
I rappresentanti del mondo venatorio hanno avuto comunque modo di dire la loro. Morando ha messo l'accento sugli opposti estremismi che convivono sul tema all'interno del Pdl sottolineando che “i problemi di sicurezza devono essere affrontati” ma che il diritto di caccia sui terreni privati si esercita sulla base di battaglie storiche attivate dalle comunità stesse, che reclamavano la possibilità di usufruire delle risorse faunistiche fino ad allora esclusivo diritto dei ricchi proprietari terrieri. Dello stesso avviso il Senatore Orsi che ha parlato dell'importanza di lasciare allo Stato l'esclusiva gestione della fauna selvatica ed evitare quindi una "mercificazione della selvaggina", così come avviene in molti altri paesi dove si caccia solamente all'interno di riserve, a pagamento.