Una banale disputa tra cacciatori e un contadino, che non voleva farli entrare nel suo terreno dopo l'abbattimento di un fagiano è il motivo di una lite finita a botte nelle campagne di Breda di Piave, nel trevigiano. Mario Zabotto, questo il nome del contadino settantenne, si è opposto all'ingresso dei 3 cacciatori per il recupero del fagiano, caduto in un pezzo di terreno coltivato a radicchio. Così dalle parole scambiate tra le due parti si passa presto alle mani e Zabotto finisce all'ospedale con una gamba rotta (cade male a terra).
Il gesto dei tre cacciatori, che hanno esposto con arroganza le loro ragioni, è da ritenersi inqualificabile sotto ogni punto di vista. In primis perchè mina gli sforzi di tutti quei cacciatori che ogni giorno collaborano attivamente con le altre forze sociali nella gestione corretta del territorio e svilisce l'immagine stessa della caccia, che non può permettersi di avere tra le sue fila tali elementi distruttivi. La nostra passione, ricordiamocelo sempre, va difesa anche e soprattutto attraverso comportamenti civili e rispettosi delle regole e delle persone.
Sul fatto è intervenuto Sandro Canedese, presidente dell'Atc di San Biagio, competente per la zona, “Dovrebbero permettere agli Ambiti di valutare le persone che possono e quelle che non possono cacciare -spiega -. Non è possibile che avvengano simili episodi. Dipendesse da me non permetterei più a queste persone di entrare nella zona di mia competenza. Purtroppo è un potere che noi non abbiamo”.
Anche Osvaldo Veneziano, presidente di Arcicaccia, ha espresso la propria solidarietà a Zabotto ed ha invitato le associazioni venatorie a prendere un provvedimento comune, cacciando via dalle associazioni i delinquenti che sono stati protagonisti dell'aggressione e dei quali non conosco le generalità ed a prescindere della loro appartenenza associativa".