“Parlare di caccia a casa mia è sempre stato pane quotidiano”. Così
Simone Marzola, classe 1973 della provincia di Ferrara, operaio, ci racconta il suo rapporto con la passione venatoria,
tramandata come il più naturale degli insegnamenti dalla famiglia. A partire dal nonno materno, fiorentino trapiantato a Voghiera (FE) per gestire un'azienda agricola dalla Ricasoli Firidolfi con tanto di riserva di caccia privata annessa, oggi zona di ripopolamento e cattura.
“Eravamo dei privilegiati – ricorda Simone – 180 ettari di territorio a cui se ne aggiungevano 21 di parco storico della villa e della fattoria circostante. Mio nonno Francesco Pellizzari (ex presidente comunale Fidc), mi portava sulla sua Renault 4 con il setter o il pointer nel baule alla ricerca della selvaggina”. Oggi non è più così.
“Nella mia zona – racconta alla nostra redazione Simone - vedo sempre meno cacciatori.
L'ambiente sta peggiorando a vista d'occhio: le colture intensive hanno preso il posto dei frutteti e degli ambienti naturali della selvaggina da penna, sempre più rara”. Alcune colpe, se le cose sono cambiate negli anni è
anche dell'egoismo di alcuni cacciatori: quelli, secondo Marzola, che pensano al carniere e non si godono il gusto di una caccia in rilassatezza. “La bravura del cacciatore non si misura sul numero delle prede – dice - ma piuttosto
nel modo di esercitare la propria passione secondo l'etica del vero cacciatore”. Molti per esempio non si preoccupano di aiutare le nuove leve: “ricordo - scrive Simone - che alla mia prima licenza nel 2002 nessun cacciatore si propose per accompagnarmi.
Quando lo chiedevo mi sembrava di fare l'elemosina. Manca l'apertura mentale e una buona dose di altruismo necessarie a far appassionare i giovani”. Non sarebbe male poi se si puntasse di più sull'educazione e sulla serietà.
Nonostante i problemi la passione per la caccia rimane. Così come quella per i cani, soprattutto pointer e setter ma anche per l'epagneul breton, che sarà il suo prossimo cane, perchè, spiega, “ha una cerca più ristretta e più confacente agli habitat”. Una personale idea di come migliorare le cose per la caccia dalle sue parti, Simone ce l'ha: “invece che investire nelle immissioni di selvaggina a due mesi dall'apertura, per esempio, bisognerebbe fare interventi diretti sugli habitat e renderli più adatti alle specie oggetto di caccia. Puoi immettere tutta la selvaggina che vuoi ma se non troverà cibo se ne andrà sempre altrove”. Infine aggiunge: "sono sempre più dell'idea che per continuare la nostra Passionaccia bisogna trovare un rapporto di coesione tra il mondo agricolo e quesllo venatorio e che le associazioni di categoria mettano in moto dei piani di finanziamento a fondo perduto per aumentare le zone incolte, boschi, zone di rifugio, fruttetti, zone umide. Fin quando questo moto non si metterà in movimento il terreno venabile sarà incentrato sulle coltivazioni intensive e quindi sempre più desolanti!".
"Oltre ai piani di finanziamento a fondo perduto - aggiunge - bisognerebbe che ci fosse l' emanazione di una legge che obblighi gli agricoltori e tutto il mondo agrario indistintamente se abitanti in atc o zrc a mettere ad esempio il 50% delle loro proprietà agricole come incolto, frutteti, strenne, fossi sporchi, zone umide e di conseguenza la costituzione di un organo di controllo (che potrebbe essere un reparto della polizia provinciale ma i controlli su tutta la prov. di appartenenza a tappeto e si darebbe modo di assumere nuove persone dentro alla Polizia Provinciale quindi sfamare più bocche visto il periodo storico critico) che controllino se la presente legge viene rispettata annualmente casomai dopo la semina per essere facilitati nella misurazione ed in caso che la suddetta legge venisse violata come pena vi sarebbe esproprio del terreno ed i controlli dovrebbero venire effettuati considerando gli estremi sulla proprietà, come titolarità dal registro del catasto percheè come si sul dire: "carta canta!!!". Infine Simone spiega che "facendo seguito alla forma di caccia come da me impostata farei cacciare 2 giorni alla settimana e basta a scelta del cacciatore come da lui deciso prima dell' apertura".
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