Riceviamo e pubblichiamo:
Cacciare in sicurezza è un dovere innanzitutto morale verso se stessi e verso gli altri. Gli ultimi, purtroppo ripetuti fatti luttuosi accorsi mi inducono innanzitutto a manifestare cordoglio e solidarietà alle famiglie delle vittime di questi incidenti.
Il casuale troppo frequente ripetersi di episodi dolorosi non può lasciare indifferenti e giustamente suscita emozione e riflessione sia nel mondo venatorio che nella società.
L’andare a caccia non è più pericoloso di altre attività umane, non è più pericoloso che guidare una macchina. Il pericolo è insito negli ambienti lavorativi, nei trasporti, nelle attività domestiche, nello sport, nelle attività del tempo libero. Le regole servono appunto per rendere ordinato e sicuro lo svolgersi delle varie attività. L’attenzione, la prudenza e la preparazione sono elementi indispensabili per esercitare le varie attività, unitamente al rispetto delle regole.
Tutto ciò è necessario anche per la caccia, in questo momento soprattutto per la caccia e la caccia al cinghiale. Non è un caso se la caccia al cinghiale sia normata oltre che dalle leggi sull’attività venatoria, in Umbria anche dal regolamento regionale n. 34/99 che puntualmente disciplina tale forma di caccia appunto perché ha delle specificità.
Non è un caso se sia stato previsto l’uso di giacchetti ad alta visibilità e la segnalazione acustica, se siano stati effettuati corsi per capi-battuta, cioè per coloro che organizzano la disposizione dei cacciatori su un determinato territorio ( le cosiddette poste) ed ogni volta impartiscono istruzioni di comportamento.
Il rispetto delle regole e la massima prudenza non eliminano il rischio, ma lo rendono prossimo allo zero. Il contrario lo massimizza.
Ed allora riterrei opportune tre cose da fare subito:
- tutti i capisquadra delle squadre cinghialiste riuniscano i componenti per una analisi dei comportamenti tenuti, per analizzare le specificità del territorio dove si caccia, per richiamare tutti al rigoroso rispetto delle regole e della prudenza pena l’estromissione dalla squadra;
- una puntuale azione di vigilanza da parte degli organi preposti al fine di prevenire e reprimere comportamenti illeciti, specie riferiti alla sicurezza, in particolare durante la caccia al cinghiale sia in battuta che individuale;
- una verifica delle norme attuali per analizzare se possono essere individuate ulteriori azioni tese all’accrescimento della sicurezza.
Resta comunque il fatto che nessuna norma può sostituire il buon senso, la prudenza e la responsabilità nell’agire quotidiano, quindi alche durante la caccia
Massimo Buconi