“Tutta la questione della caccia è oggetto di ipocrisie e falsità". Così il Ministro alle Politiche Agricole Giancarlo Galan ha ribadito la propria posizione in concomitanza del primo incontro organizzato a Perugia sui dati di Astra Ricerche dell'indagine Gli Italiani e la caccia. "Il problema - ha spiegato Galan - non è caccia-si o caccia-no, abolirla in Italia significa infatti solo abolirla per chi non ha i mezzi per andarla a praticare all’estero visto che si pratica in tutto il mondo".
"Il problema - ha precisato il Ministro - è che va fatta bene, la legge che la regola è troppo vecchia e presenta norme ormai poco comprensibili. Ci vorrebbe una nuova caccia e una revisione europea delle norme e dell’elenco delle specie cacciabili, soprattutto ci vorrebbe il buon senso di tutti. Per esempio non è vero che la caccia sia un’attività in contrasto o a danno dell’agricoltura, esistono norme specifiche che vietano di andare a caccia in terreni coltivati o in determinati periodi della produzione agricola".
Infine Galan ha posto l'accento sui motivi di vanto italiani legati all'arte venatoria. "Parliamo di una delle più grandi passioni degli uomini e quindi chiedo a quelli che non la condividono - che io rispetto - altrettanto rispetto per la caccia e per i cacciatori, troppo spesso descritti come delinquenti. E poi non ci dimentichiamo dell’orgoglio nazionale legato alla produzione di armi da caccia, da ogni parte del mondo ci sono richieste per i fucili italiani. La produzione italiana di fucili e munizioni da caccia è un settore di grandissimo valore ed entità che occupa migliaia di persone. Un esempio di Made in Italy di altissimo livello”.