Regole scritte 30 anni fa non possono tener conto del fatto che oggi la fauna italiana è cambiata, per questo andrebbero riviste.
Questo il senso delle ultime dichiarazioni del Ministro all'Agricoltura Giancarlo Galan, rilasciate in una conferenza stampa ai margini del Consiglio Agricoltura di Bruxelles. Il ministro pensa soprattutto alle specie problematiche come lo storno: "trent'anni fa – ha ricordato - fu proibita la caccia al cormorano, e allora era saggio farlo, ma oggi - ha osservato Galan - sarebbe una follia; e lo stesso vale per lo storno, o per le oche selvatiche, o per la nutria. Allora erano animali rari, ma oggi in Italia non lo sono più, e dovrebbe essere possibile cacciare, anche se entro limiti rigorosi, queste specie”.
“Altri animali - ha precisato il ministro - sarebbero invece da proteggere di più, perché più a rischio. E' il caso di alcuni trampolieri, o del merlo, diventato ormai un animale di città. Ma tutto andrebbe deciso - ha sottolineato - secondo un approccio scientifico". Sul cambiamento della fauna italiana, Galan ha ricordato che "quando ero giovane, per vedere i fenicotteri sarei dovuto andare nella Camargue (Sud della Francia, ndr), mentre oggi ce ne sono a migliaia nella Laguna veneta, e ci sono aironi e sgarze. Bisogna adattare le norme Ue - ha concluso il ministro -, anche per conseguire una maggiore tutela".