Le maggiori minacce al patrimonio ambientale sono legate in larghissima parte all'impatto delle attività umane. In particolare l'Ispra nella relazione dello scorso anno Biodiversità e aree naturali, agricole e forestali, individuava 5 cause principali: degrado e distruzione degli habitat, frammentazione, introduzione di fauna esotiche e sovrasfruttamento delle risorse e delle specie.
Scendendo nel dettaglio dei dati rielaborati dall'Ispra sulla base delle cifre identificate dell'IUCN, e esaurientemente sintetizzati dallo schema che riportiamo qui sotto, tra le cause di sofferenza per i vertebrati, ossia uccelli, mammiferi, rettili, anfibi e pesci, spiccano fattori indiretti come la cementificazione e la modificazione degli habitat (50%), l'uso di pesticidi e inquinamento delle acque (32%) e le bonifiche delle zone umide (24.5%). Seguono a ruota cause naturali (come le eruzioni vulcaniche), 22 %, il bracconaggio e la pesca illegale (21%), gli incendi e il taglio dei boschi (17%).
La caccia (9%) arriva solo dopo il cambiamento delle attività agricole e pastorizia, l'attività della pesca (14,5) e il prelievo di uova, pulli, stadi larvali a scopo commerciale o per collezionismo, fattore che si attesta al 12,5% delle minacce. Prima della caccia viene anche la competizione e la predazione da parte di specie e popolazioni alloctone, che pare influisca per il 15 per cento sui fattori negativi per la biodiversità. Minaccia, tra l'altro, che la gestione venatoria contribuisce ad abbattere, grazie ad un approccio sempre più scientifico dei prelievi e al controllo delle specie problematiche.
Stesso principio vale anche per altre delle cause sopra elencate. Sono molto spesso i cacciatori, sentinelle dell'ambiente sempre presenti sul territorio, ad occuparsi della tutela dell'ambiente prevenendo gli incendi, denunciando scempi ai danni della natura e mantenendo l'ambiente idoneo alla proliferazione della biodiversità e all'esercizio della loro passione. Parola dell'ISPRA, che guarda caso smentisce se stessa quando non interviene per smentire il Minambiente che denuncia la caccia come il peggiore dei mali per il nostro ambiente.
E le associazioni ambientaliste, e gli ineffabili animalisti nostrani? Ee la ministra Brambilla? Cosa dice la ministra per i palesi danni al turismo provenienti da tutt'altra parte per il suo beneamato dicastero?
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