Riceviamo e pubblichiamo:
Cari Colleghi e Colleghe,
in qualità di Responsabile Nazionale del Dipartimento Caccia del Pdl , da tempo sto portando avanti il mio progetto, cioè quello di far luce, attraverso un’operazione verità sull’attività venatoria e il suo indotto.
Il messaggio che sta passando nel nostro Paese, su questo tema, è fuorviante in quanto non rappresenta la realtà.
L’analisi che sto conducendo si basa su dati e fatti concreti trattati con rigore scientifico e socio-economico, avvalendosi di tutte le fonti attendibili in materia. Una di queste è rappresentata dall’ ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale-, che è la massima autorità in materia. Tale Istituto fa capo al Ministero dell’Ambiente, i suoi componenti sono dei ricercatori competenti nei vari settori e, quindi, i pareri espressi dall’ ISPRA, sono da ritenersi “SUPER PARTES” .
Nella relazione che l’ISPRA ha appena presentato alla Conferenza Nazionale svoltasi a Roma, sono stati definiti i principali pericoli per la biodiversità nel nostro Paese. Essi sono rappresentati da: cambiamenti climatici, urbanizzazione, inquinamento , specie aliene, degrado ambientale. La caccia non è quindi contemplata tra i fattori a rischio; anzi, l’ISPRA sottolinea che “dal 2000 al 2007 il numero dei cacciatori italiani è diminuito del 6,2 per cento.”
Il pericolo per le 58 mila specie che popolano la nostra nazione non deriva dalla caccia e nulla è quindi imputabile all’attività venatoria. Dell’universo delle specie a rischio il 98 per cento è costituito da invertebrati, anfibi e pesci. Gli uccelli corrono rischi per il 23 per cento del totale delle specie, ed i mammiferi solo per il 15. Fra le specie oggetto di caccia di entrambe le categorie nessuna è a rischio.
Cari Colleghi e Colleghe, da questa relazione emerge un dato di fatto inconfutabile: la caccia e i cacciatori hanno dimostrato e dimostrano di sapere gestire in maniera sostenibile le risorse faunistiche ed il suo impatto con l’ambiente.
La stessa cosa non si può invece dire per la maggior parte delle altre attività umane. Legato allo stato di conservazione delle specie, secondo l’ISPRA, vi è lo stato di conservazione degli habitat che la caccia, invece, contribuisce a tutelare , nel nostro Paese ve ne sono presenti 130 diversi tipi. Quelli in peggior stato sono rappresentati dagli habitat delle dune (a causa della pressione turistica e di nuovi insediamenti), seguiti da quelli dell’acqua dolce e da quelli rocciosi.
La mia richiesta è, quindi, quella di riflettere su questi dati con obiettività e serenità, senza essere condizionati dalle ideologie che non tengono conto della ragione, facendo leva sul settarismo, un modo di pensare, questo, che nuoce al Paese.
Nessuno degli esponenti che praticano questo modo di fare e pensare, vi ha comunicato che con la palesata graduale chiusura dell’attività venatoria, sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro . Famiglie intere che si sostentano con il frutto delle loro attività che gravitano intorno al pianeta caccia ed alle tradizioni ad essa connesse come la cucina, le sagre e le fiere.
I cittadini cacciatori italiani chiedono, invece, al Parlamento di poter praticare la loro passione come i loro pari del resto d’Europa, nel rispetto delle leggi e dell’ambiente di cui si ritengono i veri custodi.
Io la penso come loro e sono orgoglioso di appartenere a questa categoria.
Sen. Valerio Carrara
Riceviamo e pubblichiamo le seguenti precisazioni inviate dal Dott. Fortunato Busana, referente del Sen. Carrara:
Intervengo su BigHunter per fornire utili informazioni per rispondere ad alcuni quesiti emersi dalla lettura dei commenti sinora pubblicati. Il testo riportato a firma del Senatore Carrara è stato inviato sottoforma di "lettera aperta a tutti i parlamentari di Camera e Senato", la forma più diretta ed efficace per informare i componenti, il Parlamento italiano sul tema dell'attività venatoria. La responsabilità del Dipartimento caccia Pdl è stata attribuita a Carrara dal Coordinamento Nazionale del Partito. Carrara risponde pertanto ai massimi vertici ed è l'unico titolato, oltre al ministro Galan, a parlare a nome del Partito sul tema caccia. Tutte le altre opinioni in materia sono da intendersi espresse a titolo personale ed i media spesso le utilizzano in modo strumentale. L'Ispra è l'istituzione preposta ad operare per la protezione e la ricerca ambientale. Come per tutti gli enti, quando operano bene, meritano una citazione, quando operano meno bene, meritano una censura. Il metro di giudizio è quindi la competenza ed il merito. Concludo il mio intervento sottolineando che Valerio Carrara da tempo porta avanti le istanze del mondo venatorio con coerenza e impegno. Nella convinzione di fare fino in fondo il proprio dovere di parlamentare e di cacciatore senza alcun fine, se non quello di difendere la nostra passione.