La caccia guadagna consensi in Toscana. Lo dicono i dati di
Astra Ricerche, presentati ieri a Firenze dal sociologo
Enrico Finzi nell'incontro organizzato da
Cncn e Face Italia, dai quali si apprende che i cittadini vicini all'attività venatoria (la praticano, l'hanno praticata o hanno amici o parenti cacciatori) sono i
l 58 per cento del totale, più della media nazionale (48 per cento) e che
il 45 per cento dei cittadini si dichiara sostenitore o addirittura fan della caccia (contro il 40 della media nazionale) a cui si aggiunge un 17 per cento di persone che non esprimono giudizi o hanno posizioni ambivalenti.
Cruciale anche in Toscana appare però il ruolo dell'informazione e quindi il nesso tra le nozioni diffuse dalla stampa e il consenso. Solo 5 dei 18 limiti imposti dalle leggi ai cacciatori risultano conosciuti da almeno la metà del campione e ben il 44 per cento degli umbri e dei toscani non sa niente o quasi delle normative che regolano l'attività venatoria. Il che significa – dice Astra Ricerche – che circa un terzo di coloro che si dichiarano ostili all'attività venatoria è totalmente o quasi totalmente disinformato sulla materia. “Appare chiarissimo che - ha sottolineato Finzi - qualora la pubblica opinione fosse resa largamente edotta del fatto che in Italia non è consentita la caccia ‘selvaggia’, il favore per l’attuale attività venatoria, in quanto responsabile e sostenibile, crescerebbe in misura consistente”.
Sorprese anche per quanto riguarda il profilo dei cacciatori che vede a maggioranza la fascia che va dai 25 ai 34 anni d'et�con una maggiore incidenza rispetto alla media nazionale di laureati (imprenditori, dirigenti e professionisti) rispetto alle altre categorie. Cosa che smentisce la tesi per cui andare a caccia sarebbe un'attività prevalentemente “vecchia” e propria dei gruppi sociali più “bassi” e marginali.
Alla presentazione sono intervenuti la vicepresidente provinciale con delega alla Caccia, Laura Cantini e l'assessore regionale all'agricoltura Gianni Salvadori. Entrambi hanno fatto considerazioni positive sulla ricerca, sottolineando il valore scientifico e culturale di un'indagine che fa finalmente chiarezza sull'argomento. Per la Cantini i dati presentati “aiuteranno tutti a restituire un'immagine della caccia più corretta e aderente alla realtà dei fatti”. “I cittadini – ha continuato Cantini – se invitati a riflettere, comprendono lo sforzo compiuto dal mondo venatorio per dotarsi di regole e assicurare comportamenti attenti al territorio, alla tutela e all'incremento della fauna e della biodiversità”.
L'Assessore Salvadori ha aggiunto: “l'indagine che oggi viene presentata ha il pregio di dimostrare con chiarezza, al di là delle campagne di stampa, che la caccia in Toscana è vissuta come fatto positivo. Un risultato che non ci coglie di sorpresa perchè sappiamo che l'attività venatoria è frutto di una concezione fondata sulle regole, fortemente legata al territorio e all'ambiente , popolare e non segnata da divisioni di censo e di classe”. Salvadori ha anche tenuto ad esprimere apprezzamento nei confronti del mondo della caccia toscano, che anche in occasione delle recenti polemiche sulle deroghe ha saputo confrontarsi in maniera responsabile e propositiva.
“I tour regionali che sono partiti da Perugia a novembre - hanno dichiarato i promotori dell’indagine CNCN e FACE Italia - vogliono essere un contributo a questa evidente mancanza nel panorama dell’informazione nazionale e locale. Andando tra la gente, facendosi vedere e conoscere anche attraverso la più ampia e approfondita ricerca sociologica in materia mai condotta, i cacciatori italiani puntano a contrastare l’immagine distorta che finora, per comodità o per precisa volontà, ha sempre trovato più spazio nell’immaginario collettivo”.