Nell'editoriale della rivista Caccia + di questo mese, Marco Ciarafoni mette in guardia su quella che chiama “una vera e propria rivoluzione” che se approvata “scardinerebbe l’impianto pubblicistico della caccia italiana e quelle norme fondamentali (fauna patrimonio indisponibile dello stato, pianificazione faunistica e limitazione sociale del diritto di proprietà) che consentono al nostro Paese di essere all’avanguardia in Europa e nel mondo per le leggi ambientali e venatorie”.
Per Ciarafoni occorre invertire questo processo innescato dalla Brambilla e da altri esponenti politici, anzitutto ritirando al Senato il disegno di legge Orsi e avviando la discussione sul progetto di legge dell'On. Cenni a tutela delle produzioni agricole dai danni delle fauna selvatica, cercando un consenso maggioritario e trasversale in Parlamento.
Nel nostro paese, sottolinea Ciarafoni riferendosi al risultato del sondaggio di Astra Ricerche che l’associazione degli armieri e le associazioni aderenti a Face Italia hanno commissionato, “non c’è spazio per una caccia senza freni e senza limitazioni ma solo per una caccia normata, limitata, responsabile e sostenibile, escludendo le specie animali, le zone, i periodi dell’anno protetti”. Ora per Ciarafoni, che richiama all'unità del mondo venatorio su questi principi, a coloro che utilizzano questi dati per una giusta campagna di informazione chiede coerenza di comportamento e scelte conseguenti.
L'imperativo per il rappresentante del Pd è “ripartire da contenuti condivisi per giungere ad una nuova stagione unitaria tra quelle associazioni che prese le distanze da politiche oltranziste guardano al futuro della caccia partendo dalla valorizzazione del lavoro degli Atc e dei Ca”.