Per il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Mario Abruzzese, la decisione di posticipare al 10 febbraio la chiusura della stagione venatoria (solo per colombaccio, cornacchia grigia, gazza e ghiandaia con un limite di cinque capi al giorno per cacciatore per ogni specie, riservata ai giorni di giovedì e domenica nelle Zps), “è un'ulteriore conferma della volontà di mantenere gli impegni presi con i tanti appassionati cacciatori della nostra regione”.
Il provvedimento per il presidente è “una decisione che la comunità dei cacciatori aspettava, ancor più in considerazione delle ventate di gelo che hanno caratterizzato il mese di dicembre e che non hanno consentito l’attività abituale per diversi giorni”. Ma la proroga non ha trovato il pieno favore del mondo venatorio. “Confrontandoci con la Regione si era discusso di posticipare a fine gennaio la caccia ai tordi e mantenere al 20 quella della beccaccia” commenta Aldo Pompetti, segretario regionale di Federcaccia, preoccupato anche per un possibile affollamento di cacciatori provenienti da altre regioni, visto che altrove la caccia in quei giorni sarà chiusa. Sugli stessi toni il commento di Pietro Casasole, del Cpe, secondo cui la giunta dovrebbe limitare la disposizione ai soli cacciatori residenti in regione.
Il provvedimento non piace nemmeno agli ambientalisti. Legambiente Lazio lamenta il mancato coinvolgimento del comitato tecnico faunistico regionale.