“E' la delibera regionale che decide; il Comitato tecnico non ha potere decisionale, ma solo ed esclusivamente consultivo. E' la politica che stabilisce”. Così in un'intervista pubblicata da OnTuscia il vice presidente regionale di Anlc Antonino Romano, commenta le accuse rivolte da Legambiente alla Regione rispetto alla proroga della caccia a 4 specie su cui, secondo l'associazione, avrebbe dovuto essere interpellato il Comitato Faunistico Venatorio.
Romano ha rifiutato categoricamente anche la teoria, sempre di Legambiente, secondo cui il posticipo favorirebbe il bracconaggio: “queste considerazioni – commenta - vogliono condannare senza che qualcuno abbia commesso reato; si tratta infatti di una dichiarazione da comprovare. Anche perchè il bracconiere non si può definire cacciatore; è un individuo che opera senza regole rispetto delle leggi, e non necessita di porto d'armi”. Le specie oggetto del provvedimento (colombaccio, cornacchia grigia, gazza e ghiandaia), secondo l'esponente di Libera Caccia, sono in eccedenza e “creano uno squilibrio ambientale in cui va ricreato l'eco-sistema”.
La posizione contraria degli ambientalisti per Romano è preconcetta. “Oramai – dichiara - conosco bene queste associazioni. E' la loro forma mentis ad andare sempre, e costantemente, controcorrente. Per cultura, più che per convinzione. Ma, democraticamente concludo con una semplice affermazione: è tipico dell'animo umano”.