Le
integrazioni ai rispettivi calendari venatori approvate dalle regioni
Lazio, Puglia e Sardegna, che di fatto allungano il periodo di caccia ad alcune specie, per il Partito Democratico "si
pongono fuori dalla norma e in distonia con le indicazioni della scienza". Lo dichiarano in una nota Oliverio Nicodemo, capogruppo Pd Commissione Agricoltura della Camera, Roberto della Seta, capogruppo Pd Commissione Ambiente del Senato e Marco Ciarafoni, responsabile Biodiversità e Politiche faunistiche del Pd.
"L’intera materia, che oggi vive un grave conflitto sociale per l’atteggiamento propagandistico e double face del centrodestra - continuano gli esponenti del PD - non può essere governata con blitz dell’ultima ora ma ha bisogno di avere sempre a riferimento la cifra della sostenibilità per il prelievo venatorio, come ben regolamentato dalle leggi statali e dalle direttive comunitarie".
Per il PD si tratta di una manipolazione delle leggi in vigore che "durano uno spazio effimero, buono solo per la caccia al voto, ma assolutamente inutile per rispondere agli interessi generali della collettività, cacciatori compresi. Ancora una volta - concludono - i tribunali e l’Unione Europa, con i procedimenti di infrazione e le pesanti condanne, assumeranno quel rilievo che, di contro, ci piacerebbe fosse assunto dalla buona gestione dell’ambiente e della fauna. Chissà se il ministro Galan si accorgerà finalmente di quello che succede intorno a lui e se uscirà dal torpore al quale si è autocondannato".