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Il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola intervenga immediatamente e faccia annullare le modifiche apportate al calendario venatorio regionale per evitare la consumazione di un reato istituzionale: la intenzionale sottrazione indebita di patrimonio indisponibile dello Stato''. Così le associazioni animaliste e ambientaliste Enpa, Lac, Lav, Lipu, Vas, Vittime della Caccia e Wwf commentano la decisione di prorogare la caccia al 30 gennaio alla beccaccia e ai tordi.
Senza considerare quanto decisodalle modifiche recentemente introdotte alla legge 157/92, che prevedono la possibilità di allungare il periodo venatorio in relazione a quanto definito dalla direttiva Uccelli e dalla sua guida interpretativa, le associazioni sottolineano la presunta illegittimità del provvedimento, visto che si discosta dalle indicazioni fornite dall'Ispra alle Regioni.
''Se il Comitato venatorio pugliese ha dunque consapevolmente ignorato le indicazioni dell'ISPRA, la Giunta regionale è andata oltre - denunciano ancora gli ambientalisti - riunendosi in seduta straordinaria e accogliendo senza esitazioni la richiesta dello stesso Comitato venatorio regionale”.
L'Assessore Stefano viene poi accusato dalle associazioni di “subalternità” nei confronti delle lobby venatorie per aver permesso quello che definiscono addirittura “un reato istituzionalizzato” contro cui, annunciano, non mancheranno di chiedere i danni per la lesione dei propri interessi.
(Asca)