In un'intervista apparsa sul portale OnTuscia.it l'assessore regionale alla Caccia del Lazio Angela Birindelli ha spiegato le motivazioni delle modifiche introdotte con l'autorizzazione del prelievo fino al 10 febbraio a colombaccio, ghiandaia, cornacchia grigia e gazza e prorogando la caccia ad altre 12 specie (turdidi e anatidi) al 31 gennaio 2011.
Nel primo caso si tratta di porre rimedio ai danni causati da specie definite problematiche, così come previsto dalle norme in vigore in seguito al parere dell'Ispra. La seconda disposizione va invece nella direzione di uniformare le chiusure con quelle delle regioni limitrofe “con le quali – spiega l'assessore - abbiamo attivato protocolli per l’interscambio di cacciatori".
Birindelli allontana categoricamente l'idea che la proroga possa favorire atti di bracconaggio, così come dichiarato da Legambiente Lazio: “la trovo una polemica sterile – spiega. Non si può pensare di non utilizzare quanto previsto dalla legge per paura che si verifichino casi di bracconaggio. Il bracconaggio è un fenomeno da condannare e contrastare fortemente in ogni periodo, non solo in caso di chiusura posticipata della stagione venatoria. Relativamente al controllo di tale fenomeno sono già previste per legge apposite figure. La vigilanza venatoria, nello specifico, è affidata alle Province, oltre che agli organi di polizia giudiziaria".
Birindelli smentisce anche l'accusa di non aver coinvolto tutti i soggetti interessati. "Nella riunione del CTFVR - spiega l'assessore - avvenuta in assessorato alla fine di maggio, è stato affermato, in risposta alle istanze delle associazioni venatorie e delle Province, che la Regione avrebbe valutato la possibilità di proporre proroghe al prelievo venatorio relative ad alcune specie, sempre nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria che in quel periodo era in corso di modifica. Dunque l’informazione c’è stata, così come il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati".