La caccia del futuro ha bisogno di aprirsi alla societ�e aumentare in modo deciso il livello di conoscenza del mondo venatorio, mezzo necessario affinchè possano essere portate avanti e sostenute, anche a livello legislativo, le riforme auspicate. E' rivolto al futuro il discorso che il Presidente di Federcaccia Gianluca Dall'Olio ha fatto di fronte ad una folta platea dell'Expo della caccia a Bassano del Grappa (VI) lo sxcorso fine settimana. Recuperare l'immagine, la dignità e la legittimità presso l’opinione pubblica, è certamente possibile, ma - dichiara il Presidente di Federcaccia "dobbiamo impegnarci nella gestione, dobbiamo creare e svolgere funzioni utili all’ambiente, alla fauna e alla società".
La situazione attualmente non è delle più rosee. Dall'Olio ha voluto sottolineare la mancanza di un vero interlocutore a livello istituzionale, di un ufficio caccia che possa amministrare la materia anche basandosi sui dati forniti da anni dai cacciatori grazie al tesserino venatorio. “Mentre all’estero si seguono i fatti e in base a quelli si consentono, magari in modo limitato, anche pratiche tradizionali delle quali si dimostra con i numeri la sostenibilità – ha affermato Dall’Olio – da noi questo non succede e sembra prevalere la tesi che è più facile proibire che gestire”. Basterebbe poco per far pendere l'ago della bilancia dalla parte del raziocinio.
Del resto “una più precisa conoscenza dei tempi e dei dati relativi alle migrazioni - ha ricordato il Presidente - , consentono all’estero calendari di caccia che vanno ad esempio per i turdidi ben oltre quanto concesso nel nostro Paese nella fase pre nuziale e prevedono anticipazioni nella fase post nuziale, mentre in Italia si è persa ancora una volta l’occasione che ci era stata offerta stravolgendo alla Camera quanto di buono aveva prodotto il Senato, compromettendo esito e valore della Comunitaria”. Una norma che va riscritta, sottolinea Dall'Olio, in modo da cancellare una volta per tutte dubbi, incongruenze e interpretazioni sbagliate. Se fosse definitivamente accantonato il ddl Orsi, fa notare Dall'Olio, sarebbe poi la seconda ipotesi di modifica della 157 non portata a termine in pochi anni. Un fatto non trascurabile per una maggioranza che dopo aver promesso un impegno a favore di questa richiesta di cambiamento, ha fatto crescere al suo interno posizioni contrarie alla caccia e ai cacciatori.
Presente anche l'assessore regionale alla caccia Daniele Stival che ha ricordato il successo della propria linea rispetto all'approvazione delle deroghe e sottolineato le difficoltà dovute all’atteggiamento di molti organi istituzionali, che porta a situazioni paradossali come quella di un Ministero, quello dell’ambiente, che non riconosce le sue stesse disposizioni, impugnando provvedimenti presi seguendo le normative esistenti a tutti i livelli, regionale, nazionale ed europeo. Stival ha ribadito la sua ferma intenzione di proseguire sulla linea adottata quest’anno con il pieno appoggio della Federcaccia, ed ha invitato tutte le associazioni a fare squadra e a stare coi piedi per terra, facendo scelte in accordo con le normative vigenti.
Anche il vicepresidente Federcaccia Lorenzo Carnacina nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della raccolta dei dati scientifici, dimostrata dai significativi successi che hanno contrassegnato la ancora breve esistenza dell’ufficio tecnico scientifico di Federcaccia di cui è responsabile. “Solo i dati dei censimenti e delle osservazioni che stiamo portando avanti – ha ricordato Carnacina - fino ad ora delegati all’Infs e adesso all’Ispra o forniti dalle associazioni ambientaliste – ci consentiranno una volta incrociati con gli abbattimenti e nel rispetto delle normative di continuare ad andare a caccia”. E ha concluso offrendo alla Regione tutto l’aiuto delle strutture della Federcaccia per consentire una rapida e corretta lettura dei tesserini, perché “solo con i dati in mano potremo restituire dignità alle associazioni di rappresentanza della categoria e dare certezze ai cacciatori”.