Il Consiglio dei Ministri di oggi, 28 gennaio 2011, su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto e su conforme parere del Ministero dell'Ambiente, ha impugnato la legge della Regione Liguria n. 21/2010, che detta norme urgenti in materia di aree contigue dei parchi naturali regionali.
La legge regionale - si legge nella nota ministeriale- contiene infatti disposizioni non conformi alla legge 6 dicembre 1991, n.394, che detta norme quadro in materia di aree protette e individua standard minimi ed uniformi di tutela ambientale validi sull'intero territorio nazionale. Si evidenzia quindi un contrasto con l'art. 117, comma 2, lettera s) della Costituzione, ai sensi del quale lo Stato ha competenza legislativa esclusiva in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema".
"In particolare - continua la nota - la legge regionale sopprime le aree contigue esistenti, che saranno ridefinite con una procedura non conforme a quella stabilita dalla legge quadro statale, che prevede il coinvolgimento degli enti parco, e mantiene, per le aree ricadenti nella preesistente perimetrazione, tutte le misure di salvaguardia tranne quelle sulla caccia, non osservandosi i limiti al prelievo venatorio validi invece in tali aree, così come affermato anche dalla Corte Costituzionale nelle sentt. nn.272/2009 e 315/2010".
Secondo il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste liguri (Lac, Wwf, Lav, Lipu, Enpa e Vas) la norma voluta dall'Assessore Briano ha tentato di aggirare la sentenza della Corte Costituzionale che l'11 novembre 2010 aveva annullato un articolo della normativa venatoria regionale che ammetteva l'ingresso dei cacciatori nelle aree contigue dei Parchi Antola, Aveto, Magra, Portofino e Portovenere, mentre la Legge quadro nazionale sulle aree protette n. 394 del 1991 ammette nelle zone classificate "contigue" ai parchi solo i cacciatori residenti in quei comuni interessati, quale forma di compensazione per le persone locali.