Scaduto il termine per la costituzione in giudizio (3 febbraio), è ormai prossima l'udienza sulla causa intentata da Caccia Ambiente contro la Brambilla e Veronesi per ottenere un risarcimento a seguito delle loro dichiarazioni sulla caccia.
La Brambilla secondo quanto riferisce la nota di Caccia Ambiente “si è costituita asserendo che le dichiarazioni contestate sarebbero state rese nell’esercizio del suo potere legislativo in sede di approvazione in Senato dell’emendamento che, se approvato nella sua prima formulazione, “…avrebbe anticipato l’apertura della stagione venatoria con conseguenti gravi danni al turismo…”. In questo modo usufruirà dell'Avvocatura di Stato, facendo pesare la causa sulle spalle dei contribuenti. “Nessun cenno – riferisce ancora la nota - invece diretto a smentire il contestato e documentato “ massacro” ittico che la rossa compie con le sue attività commerciali”. Diversa la posizione di Veronesi, per cui la costituzione potrebbe avvenire anche all’udienza, per cui però risulterebbero oramai già precluse alcune delle attività processuali previste dal codice civile.
Sono circa un centinaio i cacciatori che da tutta Italia hanno risposto all'appello del partito e si sono costituiti parte in causa mediante un atto che tecnicamente è denominato “ intervento volontario”. Oltre a loro si è unita l'associazione Cpa, che a mezzo del suo presidente, l’avv.Alessandro Fiumani, si è costituita chiedendo i danni per tutti i cacciatori che rappresenta.
Sarà un'udienza infuocata quella del prossimo 23 febbraio. “Con i nostri avvocati – si legge nella comunicazione di Caccia Ambiente - e quelli degli intervenuti, pronti allo scontro ed intenzionati a chiedere, per le prossime udienze, l’interrogatorio dei convenuti costringendoli a ripetere in aula, davanti al magistrato designato, quello che da tempo vanno sbraitando attraverso i media”. Vi terremo informati.