Mario Furlan, notista politico e di costume di Affaritaliani.it, non ama le mezze misure. Per lui, la caccia - lo scrive in una nota circostanziata, oggi lunedì 7 febbraio 2011 - è un'inutile strage. Peccato che per dimostrarlo snoccioli una serie di castronerie da oscurare il più protervo giornalismo-spazzatura.
Ispirandosi liberamente ai dati dell'Associazione Vittime della caccia, per altro criticati in diretta da giornalisti e senatori durante la presentazione ufficiale di qualche giornpo fa, Furlan, forse accecato dalla propria ideologia, arriva a scrivere un'enorme assurdità quando afferma che "le persone accoppate - morte! (ndr)- dai cacciatori durante le loro battute venatorie sono state ben 141". Dato che altro non è che la somma degli 88 feriti (anche lievi) e dei 53 morti da armi da caccia in tutta Italia (anche in ambito extravenatorio), omicidi volontari compresi, rilevati dall'Associazione animalista. Crede di trovarsi al cospetto di lettori troppo distratti per accorgersi di una balla così grande o è solo un errore dovuto alla sua di cattiva informazione? Non lo sappiamo ma a giudicare dalla serie di luoghi comuni, acquistati a buon prezzo sulle bancarelle del becerume anticaccia, avallato purtroppo dalla canea di un giornalismo tardoanimalista, non facciamo fatica a crederlo.
Se si fosse attardato minimamente a confutare il florilegio di sciocchezze che ha infilato, solo documentadosi un pochino sugli aspetti filosofici, storici, sociali, culturali, economici, che ha affrontato, si sarebbe risparmiato la magra figura che ha fatto. Purtroppo non l'ha fatto, ma noi, visto che è giovane, ci auguriamo che se gli è rimasto un minimo di consapevolezza della responsabilità che comporta il mestiere che fa, possa prima o poi ravvedersi. In quel caso, potremmo davvero aiutarlo.
La ragione vera del suo gesto, però, crediamo che sia da ascrivere a una sua vecchia ruggine consumatasi nel corso di un'escursione in campagna. Come ogni pellegrino metropolitano, trovandosi in quel bendiddio di cui anche grazie ai i cacciatori ha avuto modo di godere, avrà pensato di essere il padrone assoluto del territorio, data la sua provenienza (metropolitana) e il suo stato sociale, paragonabile a quello degli unti del signore. Ma non era finita quella stagione?
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