Sonia Romanelli, 34enne di Veroli (FR) ha scoperto la caccia non molto tempo fa grazie a suo marito, appassionato cacciatore da sempre. “Prima di allora per me questo mondo era del tutto estraneo” ci racconta in una breve intervista per la rubrica di BigHunter.it dedicata alle cacciatrici e alle simpatizzanti dell'ars venandi. Da allora giorno dopo giorno ha iniziato a documentarsi di persona, leggendo riviste venatorie e frequentando portali tematici come il nostro.
La caccia, sottolinea Sonia, “è esistita fin dall'origine dell'uomo ed oggi è una passione che hai nel sangue”. Ma, ci spiega, è importante soprattutto per quello che può dare all'ambiente, che è patrimonio di tutti. “Sono i cacciatori per esempio – dice – che molto spesso si accorgono per primi se qualcosa è cambiato nella migrazioni delle specie cacciabili, e non solo”.
Sonia è diplomata in lingue, lavora come tele operatrice ed ha una bimba di 5 anni che dimostra già particolari attenzioni per l'attività del papà: “quando mio marito torna a casa - racconta la mamma - gli chiede sempre quanti "coccò" (lei li chiama così i tordi ) ha preso e ne è golosissima quando li cucino”.
I cacciatori non sono come spesso vengono dipinti, anzi, per Sonia se non esistessero bisognerebbe inventarli. Cosa c'è di male se hanno una passione che li porta a contatto con la natura e a difendere l'ambiente in prima persona?
“Penso - chiude - che sull'argomento ci sia troppa ignoranza. C'è troppa gente che parla di caccia ma che non può nemmeno lontanamente immaginare cosa significhi essere cacciatore. Ormai sulle parole “caccia” e “cacciatore” si è creata una tale diffidenza che nemmeno ci si sforza più a capirlo”.
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