Con l’introduzione affidata al segretario regionale Palmiro Ucchielli, che nel definire l’indirizzo della politica venatorio del PD, fa riferimento alla Legge 157/92, riconoscendo a quell’impianto legislativo una sua validità, nel rispetto della tutela ambientale, il PD delle Marche ha iniziato a discutere della caccia futura nella Regione.
Ucchielli ha espresso l’auspicio di creare un gruppo di lavoro e confronto caccia/agricoltura. Anche sulla base di tale confronto, si cercherà di aggiornare la Legge regionale prima della sua discussione in Consiglio. Nella disamina della proposta regionale, il presidente della III commissione consiliare Fabio Badiali ha illustrato le modifiche apportate durante i lavori della stessa. L'approvazione del calendario venatorio sarà determinata da apposita Legge. Per le zone di ripopolamento e cattura la modifica prevede che possano essere proposte e gestite dagli ATC, sulla base di specifici piani approvati e verificati dalla Provincia.
Viene altresì sostenuta l’ipotesi di allevare selvaggina autoctona, evitando così l’importazione di alcune specie. In ultimo, la proposta di prolungare i tempi dell’autorizzazione per gli appostamenti fissi, che passa da 1 a 5 anni. La Legge in discussione prevede anche un regolamento unico regionale e la realizzazione di uno sportello unico provinciale per l’istruttoria ed il risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole.
A livello nazionale - l'ha affermato Marco Ciarafoni, presente all'incontro, l’impegno del PD si muove nella direzione di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020, contribuendo alla qualità della vita del paese. Questo si potrà realizzare attraverso la partecipazione e la concertazione tra le forze interessate, dal cui confronto potranno scaturire eventuali migliorie utili a promuovere l’ambiente, una caccia in sintonia con la società e la conservazione del patrimonio faunistico.