La caccia o si ama o si odia, quante volte ce lo hanno detto? Eppure non deve essere per forza così. Che sia tutta questione di cultura e di educazione lo dimostra la civilissima Svezia che da sempre registra una percezione più che positiva nei confronti dell'attività venatoria.
Quello che lascia esterefatti, certo solo se ci si riferisce alla nostra esperienza, è che da un'indagine demoscopica condotta nel paese nel 2001 e nel 2008, effettuata proprio per sondare se rispetto alla precedente rilevazione fossero aumentati gli atteggiamenti negativi sulla caccia, emerge che dal 1980 l'atteggiamento generale verso la caccia è sì cambiato ma a favore della caccia. Se nel 1980 la l'attività venatoria era approvata dal 72 per cento delle persone, oggi i consensi raggiungono l'81 per cento dei cittadini.
Un fatto che documenta quanto più che mai siano determinanti nel formare la percezione della gente, le fonti esterne, che nel nostro caso sono influenzate da un ambientalismo arroccato su posizioni protezionistiche e concentrato su sentimenti anticaccia, spesso a scapito di battaglie altrove strenuamente combattute sul fronte delle energie rinnovabili e contro l'avanzata del cemento.
(Dati tratti dalla relazione di Goran Ericsson, del Dipartimento per la fauna selvatica - Università Svedese di Scienze Agrarie al Convegno Wfsa)