Hanno imbrattato i muri della sede dell'Associazione Cacciatori Veneti – Confavi di Mestre e della Fiera di Vicenza con scritte farneticanti e minacce di morte rivolte i cacciatori. Hanno deciso di esprimere così i vandali anticaccia il loro dissenso ai cacciatori e alla manifestazione Hunting Show, che apre i battenti il prossimo sabato a Vicenza: con un blitz notturno che di civile non ha nulla e che ricorda un modo di manifestare violento che appartiene ad altre pagine della storia di questo Paese.
Ad esprimere la propria solidarietà ai cacciatori c'è l'associazione ambientalista Laguna Venexiana (impegnata da anni nella difesa del territorio e della biodiversità lagunare attraverso importanti progetti di recupero e ripristino degli habitat lagunari), che in un comunicato congiunto insieme all'Associazione Cacciatori Veneti e all'Associazione Pesca Sportiva I Vagantivi, ha definito questo gesto “un clamoroso autogol di credibilit�per gli animalisti e “l’ennesima dimostrazione che tutti i cittadini italiani non sono al riparo dalle minacce, dalle violenze e dagli insulti di chi non la pensa come loro”. Probabilmente gli autori del misfatto, fa notare la nota, sono gli stessi che poche settimane fa hanno insultato alcune signore che indossavano la pelliccia e che hanno già attaccato in diverse altre occasioni macellerie, allevamenti, zoo, circhi. Per l'associazione Cacciatori Veneti questo attacco è “una vergognosa imposizione violenta di una minoranza che vorrebbe vuole farci diventare tutti vegetariani", "sopprimere qualsiasi attività umana a contatto con la natura come la caccia e la pesca" e la liberazione di qualsiasi animale detenuto”.
La Presidente della Confavi Maria Cristina Caretta, che ha parlato di “abusi da parte di soggetti che inneggiano alla morte di chi esercita un'attività prevista dalle Direttive comunitarie, sancita dalla Costituzione italiana, regolamentata da precise normative nazionali e regionali”, come Berlato ha chiesto alle autorità competenti un intervento per identificare gli autori degli atti barbarici, oltre che di allontanare eventuali contestatori dalla fiera di Vicenza. “Visti i contenuti diffamatori, minacciosi ed intimidatori delle scritte apposte sui muri della nostra sede e della Fiera di Vicenza – ha dichiarato la Caretta - abbiamo già incaricato i nostri legali di procedere per chiamare in giudizio gli autori di questi deplorevoli gesti”.