La Regione sta lavorando per attuare la
legge approvata lo scorso gennaio sulle deroghe ma la procedura richiede tempo e dati certi. Questo in sostanza il senso di una nota della
Regione Sardegna che, dopo le critiche ricevute, spiega la situazione. "
L'assessore regionale all'Ambiente della Sardegna, Giorgio Oppi, - spiega la nota - condividendo le istanze del mondo venatorio, ha percorso tutte le strade necessarie per cercare di adottare un provvedimento per autorizzare la caccia in deroga, adottando tutti i passaggi procedurali, sia giuridici che amministrativi". La Regione "sottolinea come in sole due settimane si sia provveduto all'approvazione, da parte del Consiglio regionale, di un'apposita legge (legge regionale n. 5 del 19 gennaio 2011 - pubblicata sul Buras il 29 gennaio 2011), nonche' alla delibera di Giunta di nomina (DGR n. 5/23 del 3 febbraio 2011) del Comitato Tecnico Scientifico che ha provveduto ad insediarsi in data 7 febbraio''.
''Si deve, tuttavia, prendere atto - spiega ancora la nota - della circostanza che, data la complessita' della materia e considerata la ristrettezza dei tempi a disposizione, si rende necessario procedere ad un adeguato approfondimento circa la valutazione sulla sussistenza delle motivazioni sui presupposti, sulla necessita' e sulle modalita' di applicazione della deroga, ai sensi dell'art. 2, comma 4 della legge regionale n. 5 del 19 gennaio 2011. Tanto piu' che non sono pervenute, ai sensi del comma 4 dell'art. 2 della legge regionale n. 5 del 19 gennaio 2011, indagini scientifiche o segnalazioni utili in merito''. Proprio a tal proposito l'assessore ricorda, ''come la Giunta regionale, abbia finanziato, per la prima volta, uno 'Studio sull'avifauna migratrice in Sardegna', dai cui esiti si attendono utili indicazioni conoscitive per supportare le determinazioni in materia venatoria''.
C'è poi un'altra questione che tiene in bilico la Regione, ovvero l'annunciato ricorso alla Corte Costituzionale da parte del Governo, che avrebbe sollevato un conflitto di attribuzione sul contenuto della norma. La Consulta in un'altra occasione ha già rilevato come "non spetti alle Regioni stabilire con propria delibera un regime di deroga all'art. 9, direttiva 2009/147/CE, in mancanza dei requisiti minimi sanciti, nell'esercizio della sua competenza esclusiva in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, dal legislatore statale, contravvenendo alle prescrizioni della normativa comunitaria".
(Agi)